Il venerdì appuntamento fisso coi regaz de Lo Stato Sociale. 5 album in 5 settimane, il terzo è di Carota, l’anima dolce della band.
Dopo Checco e Bebo tocca a Enrico, Carota per tuttti, lanciare i suoi 5 brani inediti. Pardon, 4 brani inediti perchè l’ultimo è una riedizione di un brano di qualche tempo fa de Lo Stato Sociale.
Se Checco è un po’ più underground anche nei suoni e Bebo è un paroliere incredibile, Carota offre la vena poetica più romantica del collettivo bolognese.
“Sono andato ad esplorare i miei tanti lati caratteriali”: con questa dichiarazione d’intenti prende vita un lavoro variopinto sia per lo stile musicale – un ventaglio di generi che spazia dal trip hop al cantautorato – sia per i contenuti, legati a tematiche come il senso di inadeguatezza e quello di appartenenza, mantenendo saldo il focus sul valore della collettività per superare le difficoltà quotidiane.
L’Ep si apre con Il giorno dopo che unisce alla voce di Carota quella di Willie Peyote: il mio è un tipo di scrittura abbastanza fumosa – ci dice Carota – più poetica che prosaica, quindi ho voluto qualcuno che bilanciasse il tutto.
Anche sul piano della produzione ci sono altri stimati colleghi chiamati a raccolta. Infatti su ben tre brani (Il giorno dopo, Mare di cartone e Colorado) Carota si avvale della collaborazione dei Mamakass (Coma Cose, Ghali, Malika Ayane, Galeffi, etc.), sodali con cui si instaura da subito un rapporto di complicità. Al sole dell’ultima spiaggia è invece diretta, prodotta e creata pezzo per pezzo dall’autore stesso.
Nell’album si affrontano svariati temi, raccontati perfettamente dalla penna di Enrico, ma non solo, tanti sono gli amici che han preso parte in qualche modo a queste 5 tracce. Si parla di amore e fragilità ne Il Giorno Dopo, di amore in Colorado, brano scritto insieme ad Albi. Si parla anche di cambiamenti importanti in Mare di Cartone e in tutti i brani ma forse soprattutto in Al Sole dell’ultima spiaggia, si parla di Bologna.
Dj di merda – regaz version riprende un singolo pubblicato dalla band nel 2019 e scritto da Carota sul telefonino in giro per Firenze. Reminescenze dell’adolescena con suoni in levare, fiati e un’indole che ricorda i fine serata nei locali occupati.
Nelle prime tre settimane i regaz ci hanno presentato i brani della parte più ritmica e melodica della band: Bebo, Checco e Carota suonano synth, piano, drum machine etc….il prossimo potrebbe essere Albi che suona il basso. Ve lo immaginate un album tutto col basso?