L’abbiamo saputo tutti pochi giorni fa, dai social che sono sempre molto attivi per questi 5 di Bologna. Lo Stato Sociale lancia una nuova sfida: 5 dischi in 5 settimane? Così pare. Però parliamone…
Era necessario? Se ci mettiamo nei panni di un musicista si. Tutti, anche quelli che hanno inforcato la chitarra (anche male) a 14 anni si sono rimessi a suonare. Che sia un bene o un male non sta a noi dirlo. Però, pensate a chi la musica la fa per vivere, ecco loro saranno stati sotto pressione come una pentola con la salama da sugo alla vigilia di Natale.
Quindi, ridimesioniamo questa promessa: non è che lo stato sociale adesso si rimette a registrare a manetta 24 ore su 25 per produrvi un disco a settimana. Però ci fanno un bel regalo. Per chi ama lo Stato Sociale questo 5/5 significa che ci saranno tanti pezzi nuovi, per un mese abbondante. E poi è il mese dell’amore tra poco, non dimentichiamo che loro ne sanno.
Ogni settimana ci metterà mano un sociale diverso, con Bebo a fare da apripista. E ce lo dice anche con un video buffo. Quindi 5 dischi per 5 artisti, così è più chiaro!
Ma la seconda domanda è anche: perchè? In maniera un po’ pomposa ci dicono: “Un’operazione nata per spiegare la straordinaria attitudine che fa del collettivo bolognese una realtà unica nel suo genere, capace di dare spazio alle singole personalità e alle idee artistiche individuali: «solo noi potevamo farlo e lo abbiamo fatto, era quasi obbligatorio”. Adesso regaz, anche meno! Solo voi non sappiamo, adesso ne parliamo a fine percorso. Però è bello, si, che Lo Stato Sociale sia abbastanza scevro da questione di mio, tuo, suo, che fanno tanto elementari o gruppi pieni d’ego. Son capaci di far le cose assieme, da soli, da soli poi però assieme. Ognuno ha il suo spazio, come in un bell’appartamento universitario con un gran salone in mezzo e le stanze singole tutte intorno. E la cucina per le birre e il bagno senza carta igienica forse, ma quello, va detto, non lo sappiamo. Noi ce li immaginiamo così.
Il primo a lanciarsi è Bebo, lo da con 5 tracce che escono il 29 gennaio con Garrincha Dischi/Island Record. E ci dice che è “Un disco scritto con le mani in tasca, metaforicamente e no: Come uno che passeggia. Mettendo tutto in discussione“.
Ascolta cosa ha fatto Bebo.
Che Bebo sia un gran un paroliere lo sappiamo, e in queste canzoni lo conferma. ““In principio era il verbo”, diceva uno più famoso di me, a cui preferisco accompagnare almeno un complemento e, se possibile, un soggetto. E da lì sono partito, perché è l’unica cosa che mi sento di saper fare con cognizione di causa, affrontando le immeritate solitudini di chi scrive“. I temi sono quelli che abbiamo vissuto tutti, ci racconta di noi e i suni, beh, forse possiamo definire Bebo uno smanettone? La sappiamo la sua attitudine acampionare e manipolare suoni algidi attraverso le più disparate chincaglierie elettroniche. Forse l’unica pecca eclatante è che l’omaggio agli Offlaga è molto evidente, un po’ pervasivo.
Per accompagnarlo ha scelto vecchi amici: Matteo Romagnoli, storico produttore de Lo Stato Sociale e Stefano Maggiore, poi Francesco Brini, alla batteria in Prima che tu dica pronto. E anche I Botanici allargano l’orizzonte di Fantastico!, mentre Remo Anzovino dipinge la colonna sonora di Sono libero.
Prima settimana: ci piace.