Nevermind The Tempo è una dimensione a se ad Express Festival

Purtroppo ci dovrete perdonare ma per quanto riguarda le immagini e video degli I Hate My Village ad Express Festival sarete molto delusi dai nostri social.

In realtà il tempo e la voglia di girare video e contenuti era molto poca, perché il concerto prima nazionale degli I Hate My Village è stato così intenso da assorbire tutte le nostre energie e al contempo la darcene di completamente nuove.

Nonostante, grazie alle interviste che avevamo svolto nei giorni precedenti al direttore di Express festival e a Fabio Rondanini, fossimo un po’ preparati a cosa ci aspetta, l’esecuzione di Nevermind The Tempo ci ha lasciato senza parole accavallando pezzi già conosciuti ai pezzi astratti dal nuovo album. La superband è riuscita in cui quello che li rende unici.

Il termine superband non è tra i nostri preferiti, da un chè di altezzoso e distante dal pubblico che è tutto il contrario di ciò che ci possiamo aspettare dagli I Hate My Village; ma anche trovare una definizione differente per questa band è alquanto complicato. Sono effettivamente un supergruppo perché i componenti di questa band sono decisamente al di sopra della norma. Se ci fosse un QI per la musica e per le capacità musicali Viterbini, Rondanini and co. farebbero decisamente parte del M.E.N.S.A.

Sono anche un supergruppo perché tutto quello che possono avere imparato, sperimentato ed elaborato da esperienze precedenti esterne agli I Hate My Village sono state portate nella maniera più pura all’interno di questo progetto. Nevermind The Tempo è stato definito un inno all’improvvisazione, all’imperfezione, e per quanto inspiegabile è comprensibile.
Non c’è partitura e non c’è perfezione, come ci ha spiegato anche Rondanini alla nostra intervista ai microfoni di Radio Città Fujiko. La sperimentazione e il dialogo con il pubblico che risponde e modella attraverso le risposte l’andamento delle canzoni è assolutamente percepibile nei live.
Gli I Hate My Village riescono a sperimentare e a non seguire una bussola predefinita provando e riprovando e seguendo il proprio istinto riuscendo a sbavare, ma rimanendo perfettamente all’interno dei confini, riempiendo ogni piccolo spazio percettivo che l’ascoltatore può avere conosciuto o non conosciuto fino a quel momento.

Durante il live non ci sono introduzioni, non ci sono parole se non un grazie finale. E in questo caso tale assenza non viene assolutamente percepita come mancanza di rispetto o carenza nella comunicazione col pubblico perché la musica, ed esclusivamente la musica, diventa il linguaggio che unisce questi quattro musicisti e tutto il pubblico che da sotto palco accoglie il live.

In Nevermind The Tempo come nell’album e nell’EP precedentementi le influenze esotiche si percepiscono nettamente, pur non prevalendolendo sulle influenze originali che ognuno dei quattro musicisti riesce a portare e mantenere legata a sé.

Express festival apre con questa doppia data prima nazionale e con due serate in cui il Locomotiv ha accolto una portata di pubblico veramente ampia.