Zero Glitter, Maru ci racconta il suo nuovo album

Zero Glitter è il prorompente secondo album di Maru, al secolo Maria Barucco, cantautrice siciliana di stanza a Bologna. Indie pop dall’anima profonda.

Dopo un album autoprodotto in collaborazione con Davide di Rosolini, il 23 novembre verrà pubblicato, per Bravo Dischi, Zero Glitter. Il nuovo album di Maru contiene 8 tracce di indie-pop con chitarre, ukulele, synth, percussioni e tanta creatività musicale. Maru ci racconta la sua crescita musicale e la sua esplosione con questo disco.

Zero Glitter, il tuo album in uscita a breve, il 23 novembre, ha dei contenuti molto intensi e personali. nelle 8 tracce parli della necessità di essere se stessi, di progetti falliti in Via Oberdan, ma anche di temi diversi come i baristi che non sanno fare i cocktail. È stato una sorta di blocco per gli appunti delle tue esperienze di vita?

Possiamo chiamarlo così, sì. Ciò che scrivo prende sempre spunto dalla mia vita reale o da quella di persone che ho intorno. Il modo che ho di descriverle può sembrare un po’ stravagante, surreale, ma restano comunque fotografie della mia quotidianità.

Sei ormai radicata a Bologna, ma hai fatto un viaggio per arrivare fin qui, un viaggio legato anche alla musica e alla promessa di volerla amare fortemente e incondizionatamente. Cosa pensi ci sia nel terreno bolognese, capace di essere così fertile per diversi artisti tra cui anche qualcuno che ha collaborato con te?

Bologna è una città viva, piena di giovani e di cultura. E’ una città stimolante dove non ti è concesso restare fermo o vivere qualcosa in modo passivo. Avevo bisogno di un posto così. Poi sì, è molto facile conoscere persone, artisti, che nella vita hanno il tuo stesso scopo e credo che il confronto sia abbastanza importante.

In Giorgia, traccia che ha anticipato l’uscita di Zero Glitter, dialoghi con una ragazza che non ha fatto ciò che ti aspettavi, che si è innamorata. Chi è Giorgia? È possibile che sia tu allo specchio?

Si, è possibile che “Giorgia” sia stato un pezzo più rivolto a me che a qualcun altro. Una sorta di monito, un modo di ricordarsi di apprendere dai propri timori ma trasformarli in qualcosa di forte, quasi in un messaggio politico. Durante il processo di scrittura credo che Giorgia si sia trasformata in qualcun altro perchè, in fondo, viviamo tutti quel momento in cui ci sentiamo distanti dalla persona che eravamo in precedenza.

Da un’adolescenza punk rock alla maturità musicale munita di ukulele. Che strade musicali hai percorso e sperimentato nella tua scoperta “acustica” e cosa pensi sia entrato nel tuo modo di fare musica ora?

Credo che a volte si abbia bisogno di semplificare, di ripercorrere bene le basi per conoscere bene ciò che si desidera fare. Il punk-rock/pop-rock è stato sempre una parte presente del mio modo di essere e di interpretare e interpretarmi nel mondo della musica. Per qualche tempo ho anche scritto in lingua inglese, poi con l’ukulele ho cominciato a studiare bene la lingua italiana (era anche un periodo in cui leggevo molto), capire bene la sonorità delle parole e ho cominciato a “giocarci” facendola mia. L’ukulele è stato utile per rendere più “leggero” il tutto, testi anche pesanti anche solo per me stessa, ma sono felice di aver elaborato il mio lavoro insieme a Fabio Grande (produttore del mio ultimo disco in uscita il 23 Novembre per Bravo Dischi), scoprendo quindi la mia vera indole, quella “pop”.

Restiamo in attesa di scoprire dove andare a sentire Maru in concerto.