Venti: il nuovo album di Giorgio Canali & Rossofuoco

Quando qualche settimana fa ho letto che il nuovo album di Giorgio Canali coi Rossofuoco si sarebbe chiamato Venti, non ho potuto non pensare ad un abbreviazione di “Venti canzoni di merda con la pioggia dentro”.

Durante il lockdown Giorgio Canali si è rifiutato a modo suo, cioè senza peli sulla lingua, di partecipare alle varie modalità di concerti virtuali o eventi online di ogni genere. Dalla sua clausura di Bassano del Grappa si è invece dedicato a scrivere, registrando poi i pezzi di chitarra e voce ed unendoli poi in smartworking con i colleghi Rossofuoco.

“Venti è un album figlio dei nostri tempi disgraziati e delle connessioni internet ad alta velocità”

Il singolo che ha anticipato l’album è Morire Perché, ed è spaziale. Una mitragliata che ha stampato in caratteri caps lock il marchio dell’autore, con il ritornello che esplode in un rojo espanol che già conoscevamo da brani precedenti del gruppo. Il finale è un lungo assolo di chitarre, rock fuori dal tempo e dallo spazio, un razzo che spara verso il cielo le attese e le aspettative per il nuovo album, come le peggiori tradizioni contemporanee di noi figli dell’hype comandano.

L’album è arrivato, ma non sono fuochi d’artificio: è la diretta e vera esplosione della terra. Venti è un disco incredibile: potente, energico, veloce, un disco rock. I testi sono densi, strapieni di citazioni di cantautori che non si contano, ma che colpiscono come graffi di gatti neri. È impressionante la quantità di immagini e pensieri che riescono a riversarsi, tant’è che ad ogni riascolto ne emergono di altre, e poi altre ancora, Venti è un disco perpetuo. Le canzoni di Giorgio Canali sono fiamme di un uomo che brucia, che affoga la vita nella vita stessa bevendola come un whiskey, canzoni di chi “che ci posso fare se guardo il mondo e mi vengono da scrivere bestemmie”, sono sassi che ti colpiscono, trasformano la vita in una lapidazione rock. Canzoni che nascono ascoltando rockenroll e guardando il mondo.

 

“Speravi fosse una canzone d’amore

Da ascoltare al tramonto, guardando il mare

È una canzone di merda, che ci vuoi fare?

Ma mi è venuta così

C’est la vie”

 

Giorgio Canali è un autore libero, un lupo solitario, così ci regala un disco di rock cantautorale puro, senza legami con il panorama musicale del 2020, che si inserisce però meravigliosamente nella discografia dell’autore. La continuità con i dischi precedenti è evidente, ma allo stesso tempo il disco è fresco e nuovo, entusiasmante. Lo strumento principale rimane la voce, sentire Giorgio è come sentire un amico che canta, ma le chitarre non svolgono un ruolo secondario, e sono preziose le pennellate di violino e armonica che regalano sfumature riuscitissime alle atmosfere rock. Tutto il disco è registrato e mixato alla perfezione, non che fosse qualcosa da mettere in dubbio, ma insomma i Rossofuoco in smartworking non hanno cazzeggiato, e questa accuratezza nella produzione conferisce ancora più brillantezza ai brani.

Venti è un disco che sa essere anche meravigliosamente romantico, come un tramonto Rossofuoco: Meteo in Cinque Quarti (capolavoro), Wounded Knee (ma è quel tipo di romanticismo di chi guarda il mondo autodistruggersi), oppure Acomepidì (che credo poter capire cosa vuol dire).

Anche Rotolacampo è a suo modo un pezzo romantico, luna, falò, alè. Splendido questo video decisamente home made.

Insomma, è arrivato un nuovo messaggio dal Giorgio, un messaggio libero e assoluto, slegato da ogni obbedienza: siamo Inutili e Irrilevanti, e nessuno conta un cazzo. Tanto vale goderci il bello della vita, l’amore, i tramonti rossi come il fuoco ed il rockenroll.

C’ho pensato a lungo e ho trovato un difetto in questo disco: che ti mette una voglia assurda di sentirlo dal vivo, e invece niente, si starà ancora tutti a casa per un po’.

Venti è uscito per La Tempesta Dischi, la copertina è di Martina Moretti (come quella dell’album precedente), i Rossofuoco sono Marco Greco, Steve Dal Col, Andrea Ruggero, Luca Martelli.

 

P.S.

Giorgio Canali, nella presentazione del disco presente sul sito di La Tempesta Dischi, conferma il mio sospetto sul sottointeso sottotitolo “canzoni di merda con la pioggia dentro”. Bella Giorgio, bella davvero.