A Natale non sfociate nel solito regalo: i guanti, la sciarpa…scegliete la cultura! E noi vi diamo un consiglio: il 5 e 6 febbraio al Teatro Duse di Bologna andrà in scena uno spettacolo incantevole, dove MagdaClan e Orchestra Senzaspine dividono il palco e la narrazione. Un incontro magico che abbiamo deciso di raccontarvi con tre domande al regista dello spettacolo MasNada, Alessandro Maida. Che lo spettacolo abbia inizio!
1- Una compagnia di Nuovo circo ed un’Orchestra sinfonica insieme per una produzione inedita. Com’è nata questa collaborazione e come dirigerà l’incontro tra questi due mondi artistici, apparentemente distanti?
Il legame tra MagdaClan e Orchestra Senzaspine è nato grazie alla nostra inesauribile Annalisa Bonvicini, che ci ha messi in contatto per un esperimento effimero sotto il nostro tendone, a luglio 2017 a Villa Angeletti a Bologna dove è andata in scena ‘Sinfonia circense’. Abbiamo vissuto due giorni di prove tutti insieme e ne è nato un varietà musicale circense con i classici del MagdaClan ed un ensemble di nove musicisti Senzaspine. Ci siamo divertiti e ci è sembrato un peccato avere così poco tempo, viste le enormi potenzialità. Da qui il progetto di costruire uno spettacolo insieme: così è nato MasNada.
Per me sarà una scoperta. È un’avventura che comincia, è la prima volta che mi confronto con un linguaggio così distante da quello circense come la musica sinfonica. Credo che per quanto io stia preparando il terreno, avrò molte sorprese in tutti sensi, molto probabilmente il viaggio che farà il nostro protagonista nello spettacolo sarà molto simile a quello che farò io nel cercare di guidare questa ‘masnada’, appunto, di artisti.
La prima cosa da fare sarà cercare di trovare un terreno comune, un modo di esprimersi che possa parlare a tutti nello stesso modo, e che ci permetta di essere efficaci e costruttivi, dopodiché ognuno dovrà aprire le porte al nuovo e all’inaspettato e più ci divertiremo, più sarà facile arrivare fino in fondo.
2 -“Rinchiuso a comporre nella sua stanza, il protagonista scava tra i ricordi, riscoprendo le sue paure, le ambizioni dimenticate e le passioni ritrovate. Nell’arco di una notte tumultuosa, la penna traccerà segni indomabili, una masnada di suoni sul baratro. Ogni nota evocherà un ricordo, un fantasma del passato, acrobati dell’inconscio che tuffandosi nel pentagramma creano il caos in una notte febbrile, alla ricerca della melodia perduta”. Una drammaturgia che sembra incentrarsi sul momento magico e insondabile dell’atto creativo, è così?
Assolutamente, MasNada vuole raccontare il tormento gioioso della creatività in azione. Ogni nuova creazione porta l’artista davanti ad uno specchio, porta a guardarsi dentro per scoprire un lato di sé che non si conosce. Il nostro compositore, come ogni artista durante l’atto creativo, intraprende un viaggio, la cui meta sembra inizialmente chiara, ma poi si offusca, diventa oscura e incomprensibile, e solo dopo un lento vagare ritrova quello che stava cercando, nel momento esatto in cui si sta dimenticando del punto di partenza.
3 – Come verrà gestita la relazione tra il dinamismo dell’equipe circense, l’assetto dell’orchestra e lo spazio del Teatro Duse, dove andrà in scena MasNada?
Questa è la più grande scommessa. In pochissimo tempo dovremo gestire problematiche molto diverse e convogliare tutte le energie in una sola direzione. L’idea è mescolarsi, avere corpi musicali e musiche acrobatiche, vedremo il tempo a disposizione cosa ci permetterà di fare. Sicuramente la grande volontà è quella di fare comunicare i due linguaggi. L’orchestra è già di per sé una scenografia vivente e gli acrobati sono per natura esploratori spaziali. Giocheremo sul contrasto tra statico e dinamico cercando di ribaltarne il più possibile la percezione cioè muovendo l’orchestra e stoppando gli acrobati.
Il progetto è realizzato con il sostegno del MiBAC e di SIAE, nell’ambito di ‘Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura’