Tra pochi giorni si terrà il nuovo evento della spettacolare Orchestra Senzaspine. Questa volta sul palco, oltre ai musicisti che già conosciamo, ci sarà un posto speciale riservato per un’ospite altrettanto speciale: Francesca Bonaita. Proprio lei, la giovanissima vincitrice della seconda edizione di ClassXFactor, il concorso nazionale per musicisti under 35.
Dopo l’esecuzione di Concerto per violino e orchestra op. 35 di Pëtr Il’ič Čajkovskij è stata premiata come prima classificata. Durante il Social Concert, che debutterà il 15 marzo al Teatro Duse di Bologna, in replica il 16 marzo al Teatro Nuovo di Ferrara ed il 18 marzo al Teatro Consorziale di Budrio, riproporrà le stesse note col suo ammaliante violino. Nella prima parte del programma, Francesca eseguirà il Concerto per violino e orchestra op. 35 di Pëtr Il’ič Čajkovskij, mentre nella seconda parte del concerto, i Senzaspine eseguiranno la Sinfonia n° 5in mi minore Op. 64 del compositore russo, come ha deciso il popolo dei social.
Nell’attesa di scoprire le sue doti musicali abbiamo pensato di farle qualche domanda per scoprire qualcosa in più: quando ha scoperto la musica, quali piani sono in previsione nel suo futuro e…beh, continuate a leggere per scoprirlo!
Siamo tutti in attesa del nuovo evento dell’Orchestra Senzaspine. I direttori sono riusciti, con un magico colpo di bacchetta, ad acquisire il format popolare di Xfactor e riadattarlo ad un contesto diverso: la musica classica. La vostra peculiarità, o meglio una delle tante, è quella di riuscire ad accorciare la distanza tra il pubblico e l’idea di “musica classica” come cultura relegata nei teatri bui e polverosi. Com’è nata in questo caso l’idea di ClassXfactor?
Maestro Tommaso Ussardi: Senzaspine è un’orchestra contemporanea, come tale, cerca sempre di percepire i desideri del pubblico e allo stesso tempo ha il dovere di rispondere alle istanze del musicista classico d’oggi. Dal mix di questi due elementi, nasce il ClassXfactor, un cocktail ideale per accendere l’attenzione del vasto pubblico con un titolo noto e pop, declinandolo però su di un versante inedito, quello della musica classica, un mondo che fatica ancora molto a trovare spazio. Avvicinare il grande pubblico, anche quello dei neofiti e dei più giovani, e trovare palcoscenici su cui i musicisti possano finalmente dimostrare le proprie doti, mettendo a frutto numerosi anni di studio e sacrifici, è il nostro duplice obiettivo. Il concorso ClassXfactor, giunto alla seconda edizione con risultati crescenti e che ci entusiasmano, dimostra quanto ci sia bisogno di manifestazioni come la nostra ed evidenzia quanta eccellenza ci sia oggi tra i giovani in Italia. Talenti che rischiano di non trovare lo spazio per esprimersi, sebbene siano il futuro della musica classica. E’ proprio per accendere i riflettori su questo patrimonio umano, artistico e professionale, che è nata l’Orchestra Senzaspine.
Francesca, hai vinto la seconda edizione di ClassXfactor con un’approvazione grandissima da parte del pubblico ed il voto unanime della giuria di qualità. Sei giovanissima, ma suoni da tanto tempo. Qual è stato il momento nel quale è scoccato il colpo di fulmine con il violino? Ci sono stati altri strumenti prima?
A cinque anni ho avuto la possibilità di assistere a diversi concerti, sia recital, in particolare per pianoforte, sia con programmi per orchestre sinfoniche. Dall’alto della Galleria dell’Auditorium dell’Orchestra Verdi di Milano, ricordo con nitidezza l’emozione provata nell’ascoltare l’estrema dolcezza e il vibrato del suono intenso e penetrante dei violini, rimanevo incantata nell’osservare la compagine orchestrale degli archi ondeggiare con il fluire delle onde sonore. Tanto ero colpita dalla bellezza del suono, quanto mi piaceva la forma dello strumento che ho più volte cercato di disegnare, in particolare il riccio con le sue volute; fin da subito mi è apparso lo strumento per elezione. Così, chiesi ai miei genitori di poter iniziare lo studio del violino, ma dovetti attendere più di un anno prima che me lo concedessero, poiché desideravano capire se davvero fosse una motivazione forte, una scelta personale e, per quanto piccola, se fossi consapevole che avrei dovuto affrontare le difficoltà e i sacrifici che lo studio di tale strumento richiede. In seguito, nei primi anni di Conservatorio, ho dovuto studiare il pianoforte come materia complementare, tuttavia sempre pensando che fosse tempo tolto al violino.
Durante il concorso hai eseguito il Concerto per violino e orchestra op. 35 di Pëtr Il’ič Čajkovskij che ti è valso la vittoria e che eseguirai anche sul palco dei teatri di Bologna, Ferrara e Budrio. Come hai scelto questo brano?
Il concerto di Tchaikovsky è una vetta assoluta dell’interpretazione violinistica romantica. E’ stato il mio concerto di diploma al Conservatorio, l’ho suonato svariate volte per audizioni o per concorsi, debuttando con l’Orchestra Sinfonica di Bacau in Romania e su cui ho lavorato molto negli scorsi anni per maturare espressivamente e tecnicamente. Le pagine del concerto di Tchaikovsky sono dense di colori, atmosfere e significati e sono certa conquisterà anche chi non le ha mai ascoltate prima. E’ una forte responsabilità e insieme un’emozione poterle tradurre con la voce del mio violino.
L‘Orchestra Senzaspine è capace di svecchiare l’idea comune di musica classica e lo ha fatto anche avvicinandosi a strumenti come i social e le votazioni virtuali dei brani. Come ti sei sentita in questa orchestra così “giovane” quando hai scoperto di avere vinto il concorso?
Da tempo desideravo poter suonare con l’Orchestra Senzaspine, di cui ero rimasta colpita sia per gli intenti sottesi al progetto di così forte impatto e ambizione, sia perché ne avevo sentito alcune registrazioni in rete. Musicisti giovani sì, ma molto talentuosi, desiderosi di suonare bene e con grande energia; un direttore direbbe che sono tutti musicisti che suonano “in punta di sedia”, una modalità espressiva che rende evidente la tonicità e la prontezza di risposta di questa orchestra. Posso quindi rispondere dicendo come mi sono sentita durante il concorso con l’orchestra; io devo loro molto, al di là delle mie capacità personali, non posso che ringraziare il direttore Matteo Parmeggiani (n.d.r. che ha diretto la finalissima) e tutta la compagine orchestrale, la spalla, in quell’occasione Pietro Fabris. Non solo mi hanno accolto con grande empatia in prova, ma che in concorso mi hanno permesso libertà espressiva dove la partitura lo permetteva, ma anche sostenendomi “incollata” in tutte le parti tecnicamente molto complesse, con grande sicurezza e sensibilità. Queste doti dell’Orchestra Senzaspine la rendono un’orchestra di alto livello, sotto il profilo tecnico e interpretativo. La grande soddisfazione è l’essere arrivata a suonare con loro tramite concorso, che per un giovane solista è sempre un momento di riscontro e di profonda riflessione su quanto si è fatto e su tutto ciò che si può fare per migliorare. Per quanto il nome del concorso ammicchi al mondo dei social per allargare il raggio di visibilità e fruizione, non ha nulla di differente rispetto ai molti e blasonati concorsi internazionali: grande serietà e competenza della giuria, necessità di sostenere più prove di selezione eliminatorie, livello molto alto dei partecipanti. Di questa edizione, sono stati selezionati da un centinaio di candidati, 15 semifinalisti e gli altri tre finalisti sono tutti musicisti di grande livello e spessore artistico, li ho ammirati molto e spero di risentirli presto suonare, con qualcuno sarebbe bello pensare ad una collaborazione cameristica.
Ora ti attendono tre date, il 15, 16 e 18 marzo, quando suonerai durante il Social Concert. Cosa succederà dopo?
Ora desidero concentrarmi appieno e cercare di rendere ogni concerto una serata unica, lavorare sull’espressione, sulla capacità di emozionare con voci differenti come fine ultimo della comunicazione musicale. Dopo il Social Concert, mi aspetteranno molti impegni, concerti di musica da camera, recitals per violino e pianoforte, a Milano il prossimo giugno con lo strepitoso pianista Itamar Golan, la laurea a Lugano, gli studi universitari classici, l’aspettativa di proseguire un percorso di studio mirato verso il solismo. Non nascondo che mi piacerebbe molto incontrare nuovamente l’Orchestra Senzaspine per un progetto futuro.
Ora non ci resta che aspettare il Social Concert e anche una piccola sorpresa nei prossimi giorni!