Al concerto del 13 luglio degli Zen Circus al Nova Festival c’era tanta voglia di cantare e sgolarsi. Una scaletta perfetta ce l’ha permesso.
Padre, chiedo perdono perchè ho peccato: all’inizio del concerto degli Zen Circus al Nova Festival ho detto un’eresia. Ho detto che Appino mi sembrava un po’ invecchiato. Lo so, Lo so, merito l’inferno.
Per punizione, 10 vivi si muore e 5 Appesi alla luna.
Il 13 luglio invece noi eravamo appesi al palco, sotto un cielo che come sempre minaccia di fugare le cose belle e che invece è stato clemente. Lo sfondo con le foto che richiamano la copertina dell’ultimo album, L’ultima casa accogliente, e sulle ultime luci del giorno che sparivano dietri ai capannoni l’attesa trepidante. Appino, UFO, Karim Qqru, il Maestro Pellegrini e il Geometra salgono sul palco e dopo qualche palpito di cuore dalle casse, senza dire niente arriva il primo pezzo.
Il pubblico, seduto, fatica a stare nelle sedie durante le prime note di Non cantata a gran voce. Il pubblico dimostra, durante tutto il concerto, di conoscere già a memoria le canzoni dell’ultimo album di cui avevamo parlato lo scorso dicembre con UFO su Radio Città Fujiko; se ve lo siete persi, potete ascoltare l’intervista qua:
Appino è sempre molto carico, anche se in un paio di momenti incespica nelle parole delle canzoni, ma il pubblico canta ogni sillaba ed è tutto perdonato. Così tra pezzi nuovi, pezzi degli ultimi album ed un pezzo che arriva dal 2005, Fino a spaccarti due o tre denti, il concerto scorre mentre pian piano la gente inizia a ballare saltando davanti al proprio posto o cercando dei mini-spazi per sfogarsi un po’.
Battiti di mani a scandire il tempo di ogni canzone “mi fate perdere il tempo battendo così” ci fa sapere Appino ad un certo punto facendoci capire che non era proprio uniforme il battito delle centinaia di mani sotto al palco.
C’è anche il tempo per intonare “tanti auguri” a UFO che il 12 luglio ha compiuto 49 “portati benissimo” anni: dice che da grande vuole assomigliare a Capovilla.
Mentre la gente si alza cantando si arriva al momento in cui la band ci saluta, anticipando, come è ormai consuetudine, che sarebbe risalita a breve. E così c’è tempo ancora per due pezzi. Per l’ultimo, Viva, c’è una specie di spinta collettiva e si forma una piccola ressa pogante sotto il palco.
Poi la band chiede a tutto il pubblico di tornare ai posti per una sorpresa finale. Appino e compagni scendono in mezzo al pubblico con gli strumenti acustici, come fosse un falò, si fatica a sentire a 5 metri di distanza, figuriamoci chi stava in fondoma comunque è bellissimo e mentre la band intona Vent’anni si forma un cerchio intorno.
E si conclude la serata con gli Zen che svaniscono in un capannone a lato del palco e la gente che ancora urla.
Scaletta The Zen Circus 13/07/2021
- Non
- Non voglio ballare
- Catene
- Come se Provassi Amore
- Il fuoco in una stanza
- Andate tutti affanculo
- Catrame
- Ilenia
- Fino a spaccarti due o tre denti
- Appesi alla luna
- Canta che ti passa
- Figlio di puttana
- Bestia Rara
- L’amore è una dittatura (solo voce e piano) + il Maestro Pellegrini al fagotto
- L’ultima casa accogliente
BIS
- L’anima non conta
- Viva