SPIN è un’associazione di categoria che tutela i medio-piccoli luoghi che si occupano di cultura, musica e arte. Abbiamo intervistato la presidentessa di SPIN Valentina Gallo.
Mentre si trovava in presidio a Torino per protestare contro i tagli alla cultura, abbiamo sentito telefonicamente Valentina Gallo, presidentessa dell’associazione SPIN. SPIN è un’associazione di categoria nata come gruppo informale già prima della pandemia ma che si è trovata a dover far fronte con questa grossa crisi del settore musicale e dello spettacolo dal vivo. Si occupa di tutti quei locali e spazi che si trovano difficilmente rappresentati perché non rappresentano spesso circuiti grandi o ufficiali. Principalmente tutela spazi polivalenti, non settoriali, che offrono cultura a 360°.
L’intervista sarà in onda oggi, mercoledì 4 novembre alle 16.30 su Radio Città Fujiko 103.1
Basti pensare a tutti quei teatri di quartiere, ai circoli che offrono musica, mostre, spettacoli, ai locali che faticano a sopravvivere anche in condizioni normali e che cercano di offrire opportunità artistiche il più ampie possibile.
“In questo momento a noi si rivolgono soprattuto spazi e compagnie che hanno spazi, soprattutto spazi polivalenti, di innovazione.”
Perchè la cultura, la musica, il cinema, il teatro, sono stati i primi ad essere penalizzati?
“Questo è il risultato di 30 anni di tagli alla cultura, di appiattimento culturale. Un settore che aveva problemi anche prima. Contratti vetusti, permessi per spettacoli all’interno dell’ordine pubblico. Un settore che è stato abbandonato. Nel 2020 se lavori con la cultura ti chiedono ancora ‘Ma di lavoro?’ è una situazione che è frutto delle scelte dei governi degli ultimi 30 anni. E’ un settore povero. Se tu hai un contratto precario e se no non mangi, ti prendi il contratto precario.”
“Mentre i dehor dei bar hanno avuto sgravi fiscali, giustamente, i circhi e gli spettacoli viaggianti no per esempio.”
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