ROBOT 2023: quando Bologna diventa elettronica e ci fa viaggiare

di Gianmarco Ferrari

Venerdì 13 e Sabato 14 Ottobre ci siamo fatti due serate intensissime di ROBOT festival, ormai rassegna imperdibile per gli appassionati di musica elettronica del territorio felsineo.

Due sono state le principali location calpestate: DumBO e TPO. Le LineUp di venerdì hanno vantato artisti come Elena Colombi, Eva Geist e Funkisei nella sala Temporary del DumBO mentre nel binario centrale Helena Hauff e Jeff Mills. Al TPO di venerdì spazio a Dj Python, Scotch Rolex and Shackleton, Courtesy. Elena Colombi apre la serata con una grande carica, suoni misti escono dalle casse della sua etichetta tutta al femminile. Elena spazia dalla Break Beat all’Afro in continua ricerca sonora. Impossibile non essere colpiti dal suo fascino potente nel vederla danzare dietro la consolle. Tempo di spostarsi nel binario centrale per essere investiti da sonorità old school che però Helena è riuscita a miscelare in modo da variare il mood, mai pezzi simili a se stessi. Jeff Mills arriva a cassa dritta con maestosità, con lui sai che non si scende e non si molla fino alla fine.

Sabato scena per Aunty Rayzor, Clark e Skee Mask al DumBO binario centrale. Filibalou, Vipra Sativa e Brillante alla temporary. TPO invece ospitava Tongue in the Mind, LustSickPuppy e Crystalmess b2b Lee Gamble. Aunty ci schiaffeggia con un rap tosto su pulsazioni afrobeat e baile funk, una botta d’energia direttamente from Nigeria. Clark più posato, forse il meno “divertente” eppure grande maestria, chiedete a Thom Yorke cosa ne pensa… Tutti orfani della main artist palestinese Sama’ Abdulhadi, rinunciataria per serie ed ovvie ragioni, ci lasciamo coinvolgere da Skee Mask e i suoi suoni dub che mixano dalla jungle alla trance.

Parere personale: Filibalou è quello che mi ha coinvolto di più. Sonorità tribali che affondano le radici in terre lontane, bassi potenti e profondissimi, una chicca per meditativi elettronici che ti accompagnano lisergicamente all’introspezione. Crystalmess b2b Lee Gamble hanno spaccato dall’hyper al footwork, dalla jungle alla drum’n’bass.

Nota piacevolissima: alla temporary grande clima, scuro, fumoso, molto coinvolgente. Nota per migliorare: peccato per il binario centrale, credo le luci siano state troppo alte e l’acustica non delle migliori.