Prosegue la rassegna “La Fabbrica di Apollo” che unisce musica d’autore e enogastronomia ad Anzola dell’Emilia.
Nella Sala Polivalente della Biblioteca di Anzola dell’Emilia è possibile imbattersi, oltre che nei libri, in concerti di vari generi musicali. Ogni primo venerdì del mese, da novembre ad aprile, c’è un evento diverso caratterizzato da ottima musica ma anche da selezioni di vini e prodotti locali.
Dato che vi abbiamo già ampiamente parlato della rassegna, oggi vi presentiamo l’artista che si esibirà venerdì primo marzo. Lei si chiama Elisabetta Pasquale, in arte Orelle, e questo è quello che ci ha raccontato della sua musica e di sè.
La tua musica porta il segno di tante influenze musicali che sei riuscita a mixare in maniera molto originale, come possiamo ascoltare in “Primulae Radix”, il tuo ep di esordio e in “Argo”.
Com’è calibrata questa commistione e da dove arrivano gli ingredienti della tua ricetta personale? Come l’hai creata?
Non é una ricetta ben precisa e studiata. Ho sempre ascoltato generi musicali molto differenti e forse questo mi ha portata a scegliere specifiche soluzioni ritmiche o liriche al posto di altre. Sicuramente ci sono state e ci saranno diverse fasi di scrittura. Tra Primulae Radix e Argo si sente già un certo tipo di percorso e non parlo per forza di evoluzione ma solo di fase. Penso che in genere io mi affidi molto alla mia spontaneità e sincerità: se una cosa è sincera mi piace, se non lo è non ha motivo di esistere.
Abbiamo spulciato un po’ la tua biografia: la tua formazione accademica è molto variegata e a tratti si allontana dal mondo musicale (o almeno così sembra).
C’è un collegamento invisibile tra la scienza e le note del contrabbasso che stai studiando ora, o sono solo sfere diverse di Elisabetta?
Lo studio della scienza é lo studio razionale per eccellenza. Ci serve a codificare e spiegare alcuni aspetti della natura, determinati meccanismi ma anche sensazioni inspiegabili ,almeno con il raziocinio. Il voler trovare una chiave tra noi e la natura.. tra noi e noi stessi in pratica. Questa cosa mi ha sempre affascinata.È come guardare dal buco della serratura. Penso che lo studio della musica sia la stessa cosa con la differenza che la musica non si può toccare con mano.
Parliamo di successi: il tuo progetto inizia nel 2012 conquistando poco dopo il 1° premio al Cagnano Living Fest, poi sei salita su tanti palchi aprendo anche live di artisti come Calcutta, Nicolò Carnesi , Nada Malanima,i Kutso; hai messo in moto diverse collaborazioni e nel 2015 esce anche il tuo ep, seguito nel 2017 da Argo. Sei stata ospite all’Interfilm Festival di Berlino, e all’Empoli Jazz Festival e al Summer Note Jazz Festival. Come si conformerà ora questa energia?
Sto scrivendo nuova musica e per fine anno è prevista la registrazione di un nuovo album.
Qual’è stato il commento positivo più bello che hai ricevuto sulla tua musica? Quello che ti ha spronata.
Penso che il commento più bello che , per fortuna, mi è stato rivolto spesso sia stato proprio l’essere riconosciuta “originale” . Il termine originale non lo colloco in un contesto commerciale o riferito ad un mercato musicale ma gli do un senso di “è davvero tuo , viene da te e dal tuo sentire. Non ci sono filtri. Si sente”e quindi ritorniamo alla sincerità .