Detto senza mezzi termini il percorso musicale e melodico del Ma De Do Po sta a cavallo tra il provocatorio e lo spontaneamente folle. Il dubbio sorge in più punti: sono dei post adolescenti che giocano a sfidare tutto e tutti, o sono solo sanamente folli?
I Ma De Do Po, diminutivo di Management del dolore post operatorio sono uno dei tanti gruppi indie-punk italiani, ma hanno il loro perché.
Dieci anni fa la prima formazione di questo gruppo, che si incontra in Abruzzo e decide di fare musica. Partiamo col piede dell’alternatività della location che dà anche il nome al quartetto: il dolore post operatorio è il loro, parcheggiati in una corsia d’ospedale dopo essersi smontati in un incidente automobilistico. Il progetto prosegue anche quando i deliri da antidolorifici svaniscono, e si concretizza nel primo album autoprodotto.
Nel 2008 esce Mestruazioni, primo esperimento dove convergono le influenze di gruppi maggiori come Zen Circus e Marlene Kuntz. Spesso considerato al di fuori della discografia “ufficiale” del gruppo, Mestruazioni è la rincorsa per il disco che li ha catapultati di forza nel panorama musicale italiano. Nel 2012 nei negozi di dischi esce Auff!!, della neonata MArte Label. Con Auff!! la forza dirompente e positivamente distruttiva (o negativamente costruttiva) della band si affina e definisce. Da semplice ribelli provocatori, i Ma De Do Po si preparano a lasciare un solco profondo negli amatori dell’indie post punk, e a fare radici. Auff!! parte con Pornobisogno, prosegue a testa bassa con Nei palazzi e l’immancabile Auff!! appunto, per delineare dei confini netti e precisi. All’interno dei quali i Ma De Do Po stabiliscono le regole: fare casino. Conquistano i musicofili con una rara capacità di esser incazzati, ma quasi con noncuranza e allegria. Non sono tristi, non sono troppo ostici verso il mondo, ma mentre saltate sgolandovi sottopalco, ascoltate una bella analisi sociologica che questo gruppo ha fatto per voi.
Uno dei punti di forza di questi folli abruzzesi è che non si fermano mai: la loro potenza comunicatrice è incalzata anche da un rotolamento perpetuo da un palco all’altro. Con una media di cento concerti all’anno sono passati da Sziget festival, Popokom e dall’immancabile concertone del Primo Maggio. Dove la moralità di Luca, il cantante, è stata messa seriamente in dubbio da una lezione pratica di applicazione di condom. Nel 2014 si ripete la magia del primo album e i Ma De Do Po proseguo sparati le loro conquiste: esce McMao, disco che gli vale due premi. Il M.E.I. stabilisce che la band meriti i riconoscimenti come “Migliore Live” e “Miglior Gruppo Indie”. Per nulla inibiti dal successo, i temi delle canzoni continuano sui binari del post punk incazzato, ma non egocentrico. I Ma De Do Po sono capaci di lamentarsi, senza piangersi addosso e senza essere autoreferenziali. Sarà forse questo loro approccio profondamente altruista che li ricopre di un aura capace di farli notare. Nel nuovo panorama indie, sovrappopolato e spesso non del tutto originale, i Ma De Do Po riescono anche a conquistare l’attenzione di Giulio “Ragno” Favero con il quale realizzano “I love You” nel 2015. È questo l’anno dell’ingresso nella nuova etichetta capace di fare da trampolino: La Tempesta.
Poche settimane fa i Ma De Do Po sono approdati a Bologna al Covo Club, uno dei locali di riferimento nel panorama musicale emiliano del genere punk, post punk ed indie. L’occasione è legata all’uscita del nuovo album Un incubo stupendo. Coprodotto da Garrincha Dischi il disco riesce magicamente a innalzare ancora di più il livello dei Ma De Do Po. Un po’ come un vino che migliora col tempo, dopo dieci anni lo smalto di questa band non passa. Luca alla voce e Marco a chitarra, sintetizzatore e seconda voce, sono rimasti folli, incazzati e sufficientemente fuori dagli schemi. In un’intervista che ha preceduto la performance abbiamo appurato che sono dei sognatori coi piedi per terra, dei riottosi potenzialmente pacifici e degli scazzati venati di buon umore. Non si ritirano davanti a domande scomode, dribbalndole con maestria e atteggiamento da bradipo. Raccontano perdendo il filo, ma mantenendo ben salda una posizione. E non pensano di cambiare.
Il concerto non ha tradito le aspettative, riempiendo lo spazio circondato da muri neri. Il Covo, che si mantiene un ottimo palco per band di livello, ha ingoiato e digerito una massa di fan che si sono dimostrati ben ferrati sull’argomento. Lasciando vagare la voce tra i vari album, il pogo non si è fermato ne su pezzi di Auff!! che sui brani di Un Incubo Stupendo. L’acustica, che da sempre rimane una pecca nello splendido Covo, ha solo lievemente penalizzato la grande forza e presenza scenica dei Ma De Do Po, capaci di mantenere altissime le aspettative, e soprattutto di non tradirle mai.
Il tour Un Incubo Stupendo prosegue fino al 30/04, passando ad esempio da Ranica (BG) il 31/03, da Sassari 8/04, Messina il 15/04, Treviso il 22/04 e tante altre date.