ferrara buskers festival 2019

L’arte diffusa: le strade di Ferrara Buskers Festival 32

Non so se per un affetto personale che mi lega alla città o per il fatto che l’arte di strada mi ha sempre affascinato. Quale che sia il motivo che mi spinge ogni anno ad andare a Ferrara a fine agosto, posso affermare con certezza che il Ferrara Buskers Festival è per me un appuntamento imperdibile. E quest’anno, come di consueto, ho deciso di dirottare i miei spostamenti verso la città estense per seguire la 32esima edizione che si terrà dal 24 al 1 settembre.

Beh ci sono poi le varie pre date, il 22 agosto a Mantova per esempio, o il giorno successivo nella suggestiva Comacchio, il 26 a Cesenatico. Ma dal 24 finalmente le strade della città si riempiono e accade la magia del Ferrara Buskers Festival. Quando ero ancora una studentessa e vivevo alle spalle del Duomo invitavo sempre amici e genitori da me a fine agosto e tutti, puntualmente, sono rimasti ammaliati: senza mappa, facilitati dal fatto che il centro di Ferrara è “friendly”, potevamo perderci e ritrovare piccoli angoli di arte di strada. A condurci nel nostro peregrinare bastavano le orecchie, attivate per seguire l’eco di un gruppo irlandese, o di un giocoliere che stava in bilico sui trampoli, di un ensemble di musica classica o altro ancora. E l’atmosfera, oh, davvero difficile da descrivere: il sorriso dei bambini davanti ai trucchi di magia è lo stesso che si può rivedere nei volti dei genitori che li accompagnano, o nella coppia a braccetto (che può avere dai 16 ai 99 anni, circa). 

Il  centro cittadino ha un bonario confine fatte di un cordone di giovani pronti ad accogliervi e darvi informazioni sul festival dalle 18 a mezzanotte, o dalle 16 la domenica. Una volta entrati tutto il centro ospita performer che giungono da tutto il mondo e che con spettacoli di circa 30/40 minuti vi permettono di saltare da un punto all’altro. Il principio dell’arte di strada è speciale e prezioso: è per tutti, di tutti, e non chiede nulla indietro. A meno che non vogliate. I musicisti mettono in vendita i loro dischi e lasciano discretamente una custodia o un vaso per le tips, le mance; i giocolieri a fine spettacolo vi ricordano che c’è un cappello che può, a vostra discrezione, essere riempito con qualche moneta in segno di apprezzamento. E così ogni anno potrete rivedere qualche artista ormai “a tempo indeterminato” che si fa di famiglia affianco ai musicisti del paese ospite, che cambia ad ogni edizione. Nel 2019 ad esempio la protagonista sarà Copenaghen!

Dopo la mezzanotte la storia cambia un po’. Nel tempo lontano in cui ho conosciuto il Ferrara Buskers festivals orde di giovani si rotolavano felici nel palco del sottomura, tra bancarelle di ninnoli etnici, cibo e birrette, e gli artisti che sedevano con loro scambiando impressioni di paesi vicini e non. Negli anni l’organizzazione del dopofestival (che fa sempre tanto San Remo) è mutata, si è evoluta, ha cercato di far coincidere le esigenze di città e visitatori. Ad oggi l’equilibrio è possibile grazie al Puedes, un cartellone di concerti ed eventi che dalla mezzanotte convoglia tutti in un unico spazio. 

Io ogni anno mi sposto in treno e raggiungo il festival in giornata, ma avendone la possibilità vi devo dare un consiglio. Non spifferatelo in giro, o forse si: Ferrara è una città bellissima. Scopritela, passeggiate in zona, visitate i monumenti e quando in Ferrara Buskers Festival inizia a prender vita fiondatevi anche voi a scoprire l’area bimbi dove lasciare giocare i vostri pargoli, l’area esoterici per i mistici, le mostre sparse per la città come “Danimarca, tra cultura, storia e fantasia” o la mostra Fotoclub. il mercatino dell’artigianato e le poesie per strada. C’è tanto da fare tantissimo. E a proposito, gli artisti, durante il festival, usciranno anche dalla città: se le persone non possono raggiungerli, loro si muoveranno di conseguenza esibendosi nella casa circondariale della città e in due case residenze per anziani. L’arte dopotutto è un linguaggio comune, è di tutti. Anche tua!