Thoughts and Prayers, il nuovo album dei Good Riddance, recensito dal più grande amante del punk che conosciamo.
Giulietto Ferrante per The Festival's Backpack
Hola gente!
Sto per scrivere una recensione di un disco che ho sentito un mesetto fa, ma non so da dove cominciare, cioè non ho mai fatto una recensio, così su due piedi mi viene un po’ difficile parlare a tutti.
Facciamo una cosa, levatevi di mezzo tutti e rimani da solo…si, si: rimani solo TU!
Adesso, caro TU, pensa al primo genere musicale che sta scalando le classifiche e che rappresenta in pieno il momento storico, culturale e sociale che stiamo vivendo. Fatto? Bravissimo! Hai scelto la Trap?!? Ecco, pensa all’esatto contrario: il Punk Hardcore! EeeeeH?!?
So bene che sono passati almeno vent’anni da quando i videoclip di Offspring e Blink 182
venivano trasmessi in continuazione su Mtv, le magliette ed i cd di Nofx e Bad Religion erano
sempre presenti alle bancarelle dei mercatini di ogni città (facevano anche “molto alternativo ma trendy
allo stesso tempo”) e gli skater eseguivano acrobazie incredibili su vialetti e stradoni d’ogni genere, che non sembrano esistere nella vita reale (ma che esisteranno da qualche parte…google maps aiutami tu!).
Nell’ultimo decennio abbiamo assistito perlopiù a scioglimenti di band famose del genere, oppure reunion di vecchi gruppi (da leggere spesso come “operazione nostalgia”, oppure a volte anche come “facciamo un bel mucchio di soldi e poi ripiombiamo nel buco dove eravamo finiti”), oppure ancora uscite discografiche per niente esaltanti.
Insomma c’è ancora speranza, nel 2019, di trovare un album di hardcore melodico che possa interessare a qualcuno?
Uno di questi può essere Thoughts And Prayers (letteralmente Pensieri e Preghiere) dei californiani Good Riddance. Non stiamo parlando certo di un gruppo nato ieri: Russ Rankin e soci hanno all’attivo quasi trent’anni di carriera e sono giunti ormai al nono album! Di recente inoltre hanno fatto una capatina anche da noi, con un ottimo live al Bay Fest di Bellaria Igea Marina.
Cosa dire di questo disco? Uscito lo scorso luglio per la Fat Wrech Chords del buon Fat Mike, con questo lavoro i Good Riddance riaffermano che non hanno nulla di meno dei ben più celebrati Nofx, Lagwagon, Bad Religion. Stacchi da paura e rullate a non finire non mancano, così come le sferragliate di chitarra. Ma non mancano variazioni: la melodica Wish you well e gli stop and go di No safe place ben si alternano a pezzi tiratissimi, come Don’t have time e Our great divide.
Anche i testi sono ben curati, riaffermando l’interesse della band all’ambiente (un pezzo su tutti, Precariat, parla proprio dello sfruttamento delle risorse fossili) oppure alla critica della politica anti migratoria di Trump, come Lo que sucede (cantata in spagnolo ed inglese).
Insomma, in 28 minuti di disco qualcuno potrebbe obiettare sulla generosità dei Good Riddance: può sembrare “qualcosa di già sentito” o di “non molto duro”, oppure ancora qualcuno semplicemente potrà dire “che palle il solito banale punk da liceo”.
Thoughts And Prayers è un disco che fa riflettere senza slogan da manifestazione ed al tempo stesso ti fa anche venire voglia di pogare e saltare. Anche senza avere uno skate e stando lontani migliaia di chilometri dalle spiagge della California. Ma essendo sempre giovani e ribelli! Yo!