Durante i due giorni di Indimenticabile Festival 2019, abbiamo avuto modo di incontrare alcuni artisti che hanno animato il palco dell’Arena Joe Strummer il 12 e 13 luglio 2019.
In una rilassante terrazza affacciata sull’arena abbiamo parlato in maniera molto informale con alcuni artisti di questa prima edizione in compagnia di un rinfrescante spritz.
Con Cecco e Cipo abbiamo ripercorso rapidamente i 10 anni di carriera, che li hanno visti calcare ad intermittenza palchi importanti come quello di Indimenticabile o quelli di X Factor e altri più “concentrati” come quelli di SoFar o di alcune date dei loro tour.
Gli abbiamo chiesto quale fosse la location per i loro concerti migliori.
“I nostri concerti migliori sono stati quelli dove c’è poca gente. Meno gente c’è al concerto e più il concerto è bello. Non sappiamo perché, ma è così. Forse perché ci piace stabilire un contatto diretto col pubblico e questo ci riesce di più quando impari a conoscere bene le persone che vengono a sentirti. Ci piace l’intimità. Poi abbiamo modo di improvvisare di più, ci sentiamo più a nostro agio. Ovviamente situazioni come quella di oggi a Indimenticabile o quella di ieri ad Arezzo (al Men/Go Music Fest) sono una botta di adrenalina allucinante. Però magari il giorno dopo torniamo a suonare ad un SoFar, ma perché ci piace così.”
Il concerto al Festival Indimenticabile è piaciuto molto al duo toscano. Cos’è che per Cecco e Cipo rende un festival migliore di un altro?
“È un insieme di tante cose… Location, organizzazione, anche la scelta della birra… Per come siamo noi, conta tantissimo il pubblico. Abbiamo bisogno di una risposta dal pubblico, che sia positiva o negativa, dobbiamo capire chi abbiamo davanti. Ad ogni modo, suonare in un palco così grande come quello di Indimenticabile è una figata sia con trenta che con diecimila persone.”
Nel futuro vi vedremo in palchi sempre più grandi o sempre più piccoli?
“Sicuramente in entrambe le situazioni, un po’ e un po’. Ci piace così, finora è stato così e andremo avanti in questo modo.”
Anche il biondissimo LE LARVE ha entusiasmato il pubblico col suo cantautorato che sa molto di rock. Gli abbiamo chiesto se sentisse appropriata l’etichetta di artista indie:
“A me non dispiace essere inserito in un contesto indie, soprattutto perché mi aiuta a suonare in giro e ad essere ascoltato. Io mi sento più artista rock, le mie influenze sono rock, è un rock moderno. Adesso sembra che se canti in italiano tu sia per forza indie, a meno che tu non sia un cantautore. A dire il vero mi sento più cantautore che indie, infatti spesso suono chitarra e voce i miei pezzi in chiave acustica”.
Abbiamo scambiato qualche parola anche sulla sua carriera e il suo futuro:
“Noi ora dobbiamo fare un percorso di club. Di gavetta ne abbiamo fatta molta e ne abbiamo ancora molta da fare. A Roma abbiamo uno zoccolo duro di fan, abbiamo anche fatto buoni numeri. Fuori da Roma sono le prime volte che suoniamo e stiamo raccogliendo i primi risultati, come qui a Bologna”.
Il secondo giorno è stato caratterizzato da una line up molto più hip hop. I primi beat sono stati quelli di Puertonico e Masamasa. Il giovane artista casertano è già padrone del palco e del pubblico, ed è già considerato un fenomeno della scena street pop. Ci racconta nella terrazza Red Bull:
“In questo periodo non siamo usciti con nuovi pezzi. Ne ho scritti un sacco ma li tengo per me, ma arriverà il momento in cui fare il punto della situazione e sicuramente qualcosa succederà.”
E tra una chiacchiera e uno spritz il festival giunge alla sua conclusione, ma dato il successo non dubitiamo che i prossimi anni possano portarci piacevoli sorprese.