di Katia Bandini
Tre date in tre città diverse, tre repliche di uno stupendo spettacolo a Bologna, Ferrara e Budrio. Il social concert dell’Orchestra Senzaspine lascia senza fiato.
Intanto, perchè si chiama social concert? A scegliere le opere da portare in scena è stato il pubblico attraverso i social media. Gli utenti hanno potuto votare tramite facebook, scegliendo tra i più grandi compositori e i brani più amati.
A spuntarla, per questa edizione del social concert è stato Tchaikovsky con due delle sue opere più importanti: La sinfonia n° 5 in mi minore Op. 64 e il Concerto per Violino e Orchestra op. 35.
Quest’ultima opera, definita dal direttore d’orchestra “uno dei pezzi più alti di tutta la musica classica” ha visto la presenza, al violino solista, della giovannissima e molto talentuosa Francesca Bonaita con cui abbiamo avuto modo di parlare tempo fa. Il suo violino non emetteva note ma pura magia.
Ciò che colpisce molto di quest’orchestra, oltre all’infinita bravura e alla capacità di avvicinare alla musica classica anche i giovani che spesso la rifuggono, è la giovane età della quasi interezza dei musicisti e il fatto che l’80% circa sia composto da donne. L’impatto sullo spettatore è sicuramente molto affascinante.
La data, cui abbiamo assistito è stata quella di Ferrara del 16 marzo, al Teatro Nuovo. Il teatro, secondo per importanza a Ferrara, è stato costruito nel 1926 e restaurato recentemente. Esteticamente molto bello presenta due ordini di gallerie e una vasta platea, nonchè varie decorazioni in stile liberty. I posti a sedere sono 807 ma per la serata i posti occupati erano poco più di un centinaio. Nonostante ciò l’Orchestra Senzaspine si è detta, tramite la voce dei suoi direttori, molto contenta di suonare delle opere così belle davanti a un pubblico così interessato. Pochi ma buoni insomma.
Ed effettivamente il pubblico è rimasto ammirato da ogni nota che giungeva dal palco e anche dal racconto che è stato fatto a proposito di Pëtr Il’ič Čajkovskij, spesso traslitterato come Tchaikovsky.
Abbiamo così scoperto che l’artista russo, oltre ad essere un talentuoso compositore era anche un uomo con dei vissuti molto importanti.
A soli 14 anni perde la madre e la tragedia lo colpisce profondamente, dopo gli studi in giurisprudenza entra al Conservatorio di Sanpietroburgo. La vita del compositore è costellata di incontri ed eventi molto importanti ed è anche caratterizzata dalla sua omosessualità e dalle lotte che ha portato avanti per il riconoscimento di diritti civili nonostante nella Russia del tempo (ma anche di oggi) la sua condizione non fose ben vista.
L’Orchestra Senzaspine ci dipinge un quadro dell’autore che ce lo fa amare come musicista, ma soprattutto come uomo, rendendoci ancora più partecipi delle sue opere e della sua musica.
Quasi due ore di musica, con la bocca spalancata, le orecchie tese e gli occhi fissi per assaporare al meglio ogni nota. Uno spettacolo che ci ha fatto sognare.