Il 1 dicembre è uscito Pluriball, nuovo singolo di Francesco Anselmo. Il brano è la title track che ha anticipato l’album di inediti del cantautore siciliano (ma romano d’adozione), uscito il 21 gennaio 2022.
Ciao Francesco, il tuo nuovo album, Pluriball, lega il tuo percorso caratterizzato dalla musica popolare soprattutto del sud Italia ad influenze nuove. Da dove arrivano le ispirazioni per questo lavoro?
Le ispirazioni sono arrivate da più parti. Dalla mia esperienza romana che si confermava, alla mia permanenza in Sicilia per la “seconda ondata”, passando per alcune vicende personali. Avevo insomma la voglia di scrivere canzoni nuove e di ricercare in materia di suono, le chiusure forzate mi hanno poi fatto pensare che era il momento buono per intensificare il lavoro. Così ho scritto ancora e alla fine ho fatto una cernita tra tutti i brani composti negli ultimi 2 anni, il risultato è stato questo disco.
All’interno dell’album, oltretutto scritto in questo periodo di crisi totale, tratti temi generazionali. Vuoi raccontarci tu, quali sono e come affronti queste tematiche?
La tematica centrale è l’incertezza che contraddistingue la mia generazione. Parlando con amici notavo che alla domanda: “dove sarai o cosa farai tra due anni?”, quasi nessuno sapeva rispondere. La mancanza di appartenenza ad un luogo geografico nel futuro prossimo è stata una cosa che mi ha fatto riflettere parecchio. Però penso pure che per fortuna abbiamo una grande arma a nostra disposizione: la capacità di adattamento. Sappiamo adattarci bene ad ogni situazione e quindi abbiamo tutti gli strumenti per fronteggiare qualsiasi sfida.
Nella titletrack, probabilmente la canzone più danzereccia dell’album, parli della voglia di partire e della voglia di restare, qual è il collegamento con il Pluriball?
La voglia di partire e di restare è un tema che riguarda molto la mia generazione e la dinamicità che la contraddistingue. Poi, ho saputo recentemente che quel materiale che per me è sempre stato “le cose che scoppiano”, in realtà si chiama “Pluriball”. Si tratta di un oggetto che utilizziamo così spesso durante i nostri movimenti e i traslochi per proteggere e custodire i nostri ricordi che ho notato subito uno legame bizzarro pluriball/mia generazione. Ho provato così a scriverci e sono soddisfatto di ciò che è uscito fuori.
I tuoi testi sono intrisi di poesia. Come nascono le tue canzoni?
L’atto creativo è una cosa difficilissima da spiegare. Entrano in ballo stati d’animo, situazioni, vicende, avvenimenti. Alla base delle mie canzoni c’è la voglia di immortale come in una foto un mio momento. Penso che riuscire a far costruire un’immagine nella mente di chi ascolta un brano sia la cosa più giusta e più bella da fare. La mia terra di origine poi influenza tantissimo la mia scrittura, ci sono immagini nelle mie canzoni che riesco raccontare con estrema naturalezza perché in effetti le ho vissute in Sicilia. Faccio un esempio dal testo del brano “Pluriball”: “…nei vicoli c’è il mercato, da una finestra sia sente pregare…”; questa è un’immagine che a Palermo potrebbe succedere senza tanta difficoltà.
Ci sono molti riferimenti al mare nei tuoi brani, qual è il legame con questo elemento?
Il mio paese di origine si chiama Polizzi Generosa e si trova a mille metri di altitudine, sulle Madonie, in provincia di Palermo. Nonostante ciò il mare da lì si vede comunque. È un legame tanto forte quanto naturale, la vastità del mare ti fa sentire piccolo ma anche parte di una terra. E’ una immagine poetica che caratterizza tutti noi.
Ci sarà la possibilità di ascoltare le tue canzoni dal vivo?
Assolutamente si. La primizia data del tour di Pluriball è il 18 Febbraio a “L’asino che vola” di Roma, l’indomani, il 19 Febbraio, sarò a Velletri e dalla primavera un po’ in giro per l’Italia.
Domanda a piacere, un messaggio per chi ci legge.
In una delle canzoni del disco, “Equilibrio verticale”, parlo di quanto sia importante per ognuno di noi non perdere mai la curiosità, auguro dunque a tutti tanta curiosità!