Bay Fest 2019: 3 giorni di concerti punk in una località turistica della Romagna tendenzialmente popolata da anziani che chiude con un prevedibile sold-out.
Igea Marina è una tranquilla località turistica sulla costa romagnola, cosparsa di grandi edifici modalità colonie estive, metà dei quali abbandonati e fatiscenti. Nell’altra metà ci sono anziani che sorseggiano aperitivi analcolici mentre osservano straniti colonne di ragazzi con capelli strani, orecchini e piercing, maglie nere con teschi, stivali e birre da 66 salde nelle mani: è il Bay Fest 2019.
Il colpo d’occhio è in effetti strani, due mondi apparentemente diversi che si trovano a convivere per 3 giorni. Dal 12 al 14 agosto è andato in scena il Bay Fest 2019.
Dal 2015 il festival ha visto sul palco alcuni dei migliori gruppi punk internazionali: Millencolin, NOFX, Satanic Surfers, Bad Religion, Pennywise, Rise Against, Agnostic Front, Lagwagon e tantissimi altri.
Anche quest’anno la line-up è stata una bomba per gli amanti del punk:
Lunedì NOFX, Sick Of it All, Frank Turner, Punkreas, Masked Intruder e All Coasted han fatto vibrare i tantissimi presenti sotto il sole della riviera.
Il festival ha preso il via nel pomeriggio, alle 15, con dei concerti gratuiti in riva al mare. Tra i vari ad esibirsi allo spazio Beky Bay da segnalare soprattutto Joey Cape alle 15.45 del martedì: spettacolare.
Il secondo giorno Viboras, Persiana Jones, Less Than Jake, Good Riddance, Pennywise e Ska-p, han fatto saltare l’intera platea che ha invaso lo spazio di fronte al palco.
I Good Riddance peraltro sono reduci da un nuovo album di altissimo livello, Thoughts and Prayers, uscito il 19 luglio.
Il terzo giorno è quello a cui anche noi siamo riusciti a partecipare. Il pomeriggio comincia sulla spiaggia alle 3 del pomeriggio con Palm Down e Brightr. Dalle 17 il popolo del punk si trasferisce sotto al Main Stage, pian piano lo spazio si riempie fino ad essere completamente gremito verso le 20 di sera.
Ahimè, alcuni che speravano di trovare i biglietti in cassa sono rimasti delusi dal completo sold out sopraggiunto già nel pomeriggio. Forse una comunicazione migliore sui canali social avrebbe evitato ad alcuni di perdersi i concerti.
I primi a salire sul Main Stage sono i TFV, acronimo di Time For Vomit, punk hardcore da Reggio Emilia. Grande sound ed energia nonostante il pubblico non fosse ancora così folto. Dopo di loro altra band italianissima che torna al festival per la terza volta, gli Shandon, con Olly che riesce ancora a metterci tutta la carica degli anni migliori.
Tocca poi ai PUP portare sul palco i pezzi del loro terzo album: Morbid Stuff. I quattro ragazzi canadesi sanno il fatto loro e il successo nel mondo punk è più che meritato.
Alle 19 tocca ai californiani The Story So Far, tendenti all’emo-core e con Parker Cannon, alla voce, che assomiglia alla versione punk di Liam Gallagher.
Ma è alle 21.30 che il pubblico va in delirio. A salire sul palco una delle band icone del punk mondiale: i Dead Kennedys. Anche se l’assenza di Jello Biafra si fa sentire, Ron Skip Greer ha energia da vendere e la band sciorina brani storici come California Uber Alles e Holiday in Cambodia che fanno impazzire il pubblico in un continuo turbinio di circle pit e crowdsurfing. Uno dei migliori poghi a cui abbia partecipato negli ultimi anni!
E poi arrivano gli Offspring. Dexter Holland e soci portano sul palco tutti i pezzi che li hanno resi celebri dal 1984 ad oggi. Durante Why Don’t you get a job? mentre il pubblico canta a squarciagola, dei palloni gonfiabili sovrastano la folla. Per il resto è un pogo ininterrotto da Want you Bad, Staring at the sun, The kids aren’t alright fino alla chiusura acclamata dai cori del pubblico con una caloroso “na na nainanna, na na nainanna” con Self-Esteem.
Un concerto potente ed energico che lascia qualche livido sulle spalle e sulle gambe di chi come me era davanti al palco.
La serata continua poi al Beky Bay con un accuratissimo Dj Set con brani di tutte le band che hanno calcato il Bay Fest in questi anni ed altri pezzi punk cantati da tutti con le ultime forze rimaste. L’unica cosa che rimane un po’ sullo stomaco è il prezzo della birra che, dai 5 euro accettabili all’interno del festival, passa a 7 in riva al mare.