Apolide nel Triangolo delle Bermude del Canavese

Apolide non sarà a Vialfré, ma sarà comunque. Si sposta a Collegno

Riprendiamo senza toccarlo il comunicato degli organizzatori di Apolide Festival, una realtà cui siamo molto legati, dove è iniziata effettivamente anche la nostra avventura e che ora è bloccato per le motivazioni che leggete qui sotto.

“Dopo nove anni si rompe l’illusione di avere trovato ospitalità, comunità, casa tra i boschi che hanno visto crescere il Festival. Un Apolide, dovrebbe sempre ricordarsi chi è, cos’è. Giusto.

Ma la comunità di Vialfré che ci accolse nove anni fa, appunto, non è più. Dopo Alpette, trovammo non solo uno spazio isolato in cui fare un festival nel verde senza disturbare, ma trovammo una progettualità ambientale, sociale e culturale all’avanguardia, che collocava l’esperienza dell’Area Naturalistica Pianezze tra gli esempi di utilizzo consapevole di questo tipo di aree. Possiamo dire che Vialfré ha rappresentato un caso, tra l’altro riconosciuto con un cavalierato della Repubblica al Sindaco dell’epoca per meriti ambientali

Perché era così importante Vialfré? Perché quell’area, utilizzata in passato come circuito per il motocross, era ridotta a discarica, ripulita dalla comunità e destinata alla socialità realizzando servizi permanenti necessari (cabina elettrica, allacciamenti fognari, depurazione acque, docce, servizi igienici, wifi) in grado di rendere utilizzabile l’Area Naturalistica Pianezze per eventi che negli anni hanno spaziato dai grandi Raduni nazionali Scout, alle feste della Polizia di Stato, a festival come Gran Bal Trad, Atlas e il nostro Apolide.

Il meccanismo economico del Comune di Vialfré era semplicissimo: per utilizzare l’area, si paga un affitto al Comune, che andrà a mitigare in parte alcuni costi connessi alle iniziative (tipo maggiori costi di raccolta rifiuti), e il restante viene reinvestito nella manutenzione dell’area.

Dal 2021, l’aria intorno a Vialfré e alla sua area verde eccellente è cambiata di molto.

Inizia tutto a deteriorarsi con una serie di esposti di un consigliere di opposizione del Comune di Vialfré, inoltrati a chiunque su qualunque argomento di competenza comunale, tra cui la nostra area. Esposti che incrociano rispetto dell’ambiente, malversazioni varie.

Montagne di esposti seriali che non hanno prodotto nulla dal punto di vista penale, ma che hanno trovato ascolto presso gli uffici competenti per l’Ambiente della Città Metropolitana, che dal 2017 ha ereditato dalla Regione Piemonte, la competenza su questo tipo di aree, tecnicamente definite ZSC (Zona speciale di conservazione).

Preso atto del cambiamento di approccio e delle nuove complessità rispetto all’esperienza Vialfré dal punto di vista ambientale, non ci siamo tirati indietro, ma con regolarità e acquisendo sul mercato le competenze scientifiche necessarie, abbiamo sviluppato un rapporto con gli uffici dell’Ambiente e della Città metropolitana oltre che dei vari enti competenti, continuo e proficuo che ci ha consentito, ad esempio di realizzare l’edizione 2022 affrontando e superando il nostro primo grande ostacolo, il piccolo rospo “Pelobates fuscus insubricus”, un raro anfibio della famiglia Pelobatida a rischio estinzione e per questo protetto e osservato dal 2020 dagli studiosi di “Executive agency for small & medium-sized enterprises”.

Così dopo la scorsa edizione, abbiamo iniziato con il Comune, Gran Bal Trad ed Atlas a chiedere alla Città Metropolitana di riprendere il percorso in vista del 2023.

Facendo ovviamente notare che queste organizzazioni necessitano di almeno 10-11 mesi per essere studiate, pianificate e costruite. E che nessuno vuole distruggere niente.

Comunque.

Sistemato il piccolo rospo, ormai amico, questo è l’anno dei pipistrelli, che pare popolino l’area di Apolide, anche se a osservazioni empiriche preferiscono il vicino Castello di Aglié. Ma tant’è.

Da persone serie, incarichiamo un esperto di pipistrelli che effettua i propri studi, analisi e giunge alla conclusione che i tre giorni di festival gli fanno un baffo.

Con gli altri Festival si propone – proprio per capirne di più – in data 10 febbraio via Pec un Piano di Monitoraggio biennale a nostre spese, ma gli uffici dell’Ambiente lo ritengono inutile (risposta da loro, 4 mesi dopo, il 10 giugno).

Intanto, il tempo scorre. Il festival si avvicina, bisogna firmare contratti con gli artisti, fornitori e così via.

In sostanza, non accade nulla per mesi in un inquietante immobilismo da parte pubblica.

Curioso come l’immobilismo riesca a volte a muovere le cose.

Ad esempio, la festa scout per San Giorgio dell’AGESCI, prevista per il 6 maggio a Vialfré viene spostata alla Pellerina, perché proprio il giorno prima della manifestazione (il giorno 5) viene NEGATA l’autorizzazione a tenere nell’area che è nata proprio dal lavoro congiunto a livello nazionale tra comune e Scout, il raduno tradizionale che avrebbe raccolto 900 (novecento) ragazzi. Non stiamo parlando di 900 ravers che arrivano nel pratone con i due bilici di impianto audio e generatori a gasolio, ma di Rover, Coccinelle, insomma di Scout!

Atlas, che è un festival Goa che nasce dal territorio, è stato più lungimirante. Ha preso le sue cose e da quest’anno è in Toscana, a 1300 metri e morta lì.

Abbiamo sottovalutato la vicenda Scout, che avrebbe dovuto dirci tante cose, mentre siamo andati avanti tranquilli e fiduciosi che una soluzione sarebbe arrivata in forma di autorizzazione.

Che difatti è arrivata puntale venerdì scorso alle 12, in risposta alla nostra domanda regolarmente inviata via Pec il 18 maggio. Sono dieci pagine che attraversano rospetti, pipistrelli, piante, e si chiudono con un richiamo alle zanzare di Vialfré, ma ci autorizza a tenere il festival a condizione che non ci sia amplificazione, e altre note del genere, di cui alcune in contrapposizione con le normative vigenti nel pubblico spettacolo.

Ci autorizza a NON TENERE il Festival.

Fantastico, in un anno il territorio di Vialfrè e del canavese, ha perso tre grandi iniziative così, per burocrazia? Pigrizia? Ambiente? Tecnicismi? Malafede? Non si sa, mistero! una specie di triangolo delle Bermude dove le cose, aerei, navi, nel nostro caso progetti culturali scompaiono.

Oltre a prenotazioni per progetti turistici con guide naturalistiche, gite in ebike, hotel, b&b, ristoranti, alimentari, cantine e agriturismi e tutto l’indotto che ne consegue.

Abbiamo fatto l’impossibile per salvare Apolide, ma non è bastato. Non basta la sua storia ventennale, i riconoscimenti culturali che vanno dal Ministero, alle principali Fondazioni, dai network europei, alle Music Conference internazionali che ci invitano a presentare il nostro progetto, all’ultimo Turista che arriva con il camper o la tenda per stare in pace quattro giorni.

In questo triangolo non basta più niente.

Nel frattempo noi abbiamo una serie di impegni veri con persone, società, partner che dobbiamo onorare e che nessuno in questa vicenda ha considerato.

Oltre ovviamente a tutti coloro che hanno, da tradizione, prenotato il proprio posto di fatto organizzandosi viaggi e ferie da mesi, da tutta Italia ed Europa.

Abbiamo deciso che questa edizione, con il programma che abbiamo annunciato si terrà comunque. Non sarà in un bosco ma la adatteremo a Collegno, nell’area dove si tiene il Flowers. Sappiamo tutto quello che in questo momento potete pensare, ma è così, è la nostra unica via d’uscita anche se stretta. Stiamo studiando il modo di portare a casa comunque il programma di questa edizione del ventennale e abbiamo bisogno di voi. Non è logisticamente pensabile spostare un villaggio come Apolide in un nuovo prato o bosco senza servizi e sicurezza. Questa non è retorica o cazzate.

Abbiamo bisogno di tutti quelli che amano APOLIDE perché come noi in quell’esperienza ritrovavano una casa. Oggi non l’abbiamo e da domani ne cerchiamo una nuova. Nel frattempo stiamo arrangiati a casa di un amico. Ma è proprio lì che ci dobbiamo vedere, che vi aspettiamo.

Dateci un mano.”