Gli Any Other sono unici, e noi non possiamo dimenticarlo

Locomotiv Club, 29 Febbraio 2024, giornata piovosa. Fuori dal Locomotiv lunga fila per gli Any Other.

Mi ricordo 4 anni fa al Covo Club, avevano suonato il loro secondo album Silently. Quietly. Going Away, capace di fare un gran successo tra critica e pubblico. Ci sono voluti 6 anni per la nuova uscita: stillness, stop: you have a right to remember.

Sala piena quando entrano Adele Nigro e Marco Giudici. Concerto che inizia subito con un tono molto intimo. Adele ha sempre la capacità di suonare e cantare con potenza ma con l’intimità di un salotto nel quale potersi dire sottovoce tutto. Subito mi ha colpito la crescita della sua abilità vocale, si percepisce distintamente. Un timbro profondo e pieno che arriva come una freccia al cuore nei suoi pezzi intimi e confessionali come Mother Goose e Sonnet#4. Una voce fantastica capace di abbracciare il cielo e il terreno armoniosamente.

La sua presenza sul palco fin dall’inizio è ipnotica, sguardo malinconico, timidezza non mimata, l’impressione che da quel corpo possa uscire da un momento all’altro un’onda di emozioni. Ogni tanto anche qualche parola al pubblico come fosse un gruppo di amici che le hanno fatto il piacere di andarla ad ascoltare. “Credevo non veniste così in tanti”.

Gli Any Other sono un progetto musicale che arriva dopo molto tempo con un’uscita nuova, Adele nel frattempo ha curato altri progetti tra cui la composizione delle colonne sonore del podcast Limoni, sul G8 di Genova. Anche Marco ha sperimentato progetti solisti.

Gli Any Other hanno carattere e niente da nascondere, Adele scrive di sé, della voglia di vita, della necessità di uscire dalla tossicità della sofferenza.

Va riconosciuta agli Any Other un’unicità che hanno la responsabilità e l’onore di portare in giro per il mondo come hanno fatto e hanno in programma di fare nei prossimi mesi.