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The Young Nope “Gulp! è un album crocevia delle nostre storie”

Gulp! è il nuovo album dei The Young Nope, giovane formazione abruzzese. Rock nella migliore tradizione rock italiana.

Il 22 maggio 2020 è uscito Gulp! il secondo album dei The Young Nope: Pierpaolo, Pierpaolo e Pierluca.

Un trio classico, la batteria che picchia, basso ritmato e chitarra distorta. Influenze che prendono molto dal classic rock, dal grunge e da band come i Black Keys, gli Afterhours, Bud Spencer Blues Explosion o i Verdena.

I The Young Nope nascono nel 2016, pubblicano nello stesso anno un Ep, Satellite, e a due anni di distanza il disco d’esordio Sciamano. La band vince il premio Arezzo Wave Abruzzo 2018 e partecipa alla finale nazionale in Toscana.

Gulp! realizzato in circa tre anni, ha avuto un lento sviluppo soprattutto per poter curare al meglio ogni singolo dettaglio e contenuto, ma anche perché i ragazzi sono divisi tra l’Abruzzo, Bologna e Roma.

“Ha diverse sfumature dei nostri gusti che nel corso di questi tre anni sono anche cambiati. C’è questo sound che varia, è molto dinamico e rappresenta questi tre anni in cui ci abbiamo lavorato.”

Nell’album sono stati usati anche strumenti particolari, come la farfisa, per dare una nota vintage. Anche i suoni, dalla distorsione della chitarra alla tiratura della cassa della batteria, riconducono un po’ agli anni ’70.

 

Gulp! contiene 10 tracce, tutte diverse tra loro, con delle particolarità. Calcare è caratterizzato da suoni cupi ed ha come tema centrale l’inquietudine. Preso Blu ha un carattere più aggressivo e ve ne avevamo parlato all’uscita del singolo. Sei un Rolling Stone ha delle tendenze rock ‘n roll quasi country con suoni vintage.

Il rock di Cento Fiori parla di un amore adolescenziale. Chiudi gli occhi è un brano articolato che mescola in maniera sapiente tutte le influenze della band. Energia allo stato puro. Mi piace bere (mi piaci tu) è il brano più pop dell’album ma con un testo di denuncia verso il precariato del mondo dell’arte. Un grido di denuncia.

Subliminale con un aggressivo solo di chitarra porta verso un cambio di rotta dell’album.  Stare male è uno stato mentale è il brano più rock del disco, fors’anche più grunge. Parla di come la nostra mente ci porta a stare male senza cause concrete.

Per Reso Fonico bastano una chitarra resofonica e un coro dinamico per creare un’atmosfera orchestrale pur essendo composto da pochi elementi semplicissimi. L’album si chiude con Musica per un Film un pezzo interamente strumentale, estrema rarità di questi tempi, ci vuole coraggio e il loro in questo caso è ripagato dalla bellezza del pezzo.