Il 12 gennaio è uscito A Sudden Nowhere, il nuovo album del cantautore veneto Phill Reynolds, influenze folk e blues d’oltreoceano.
Phill Reynolds, pseudonimo di Silva Cantele, è un chitarrista e cantante veneto che spazia dal punk hc con i Radio Riot Right Now, al rock n’roll con Miss Chain&the Broken Heels al rock goliardico con Lo Porco Trio, ma soprattutto come cantautore e musicista solista.
A Sudden Nowhere è il secondo album a nome Phill Reynolds – a 6 anni da Love and Rage – una raccolta di 10 brani, tra cui una splendida cover di Nancy di Leonard Cohen con la collaborazione di Francesca Amati dei Comaneci alla voce.
Ascoltando l’album si ha l’impressione di ritrovarsi negli Stati Uniti degli anni ’70, almeno quelli che ci raccontano i vecchi film; tra la route 66 e i polverosi bar sorseggiando whisky. Le influenze musicali di Phill Reynolds vanno da Malvina Reynolds e Phill Ochs, da cui ha preso ispirazione per il nome d’arte, a Leonard Cohen, Johnny Cash, Tom Waits e più recentemente i Timber Timbre, The Tallest Man on Earth e il chitarrista Jack Rose.
Quando gli chiediamo chi apprezzi di più tra gli artisti italiani ha bisogno di pensarci un attimo di più ammettendo di non ascoltare molta musica nostrana, poi elogia Iosonouncane ma anche Setti e La Notte delle Streghe che insieme a Phill formano Lo Porco Trio e con cui, ci racconta in anteprima, sta lavorando ad un album.
A Sudden Nowhere si apre con il brano forse più “moderno”, Is it Painful featuring Marion Moroder, seguito da They Call Him Rocknroll, un brano che “parla di tante cose: il mio amore per la Sardegna in cui ogni anno vado a lavorare ad un festival, gli Stati Uniti, le letture e le amicizie che sono una delle cose più importanti per me. E’ un brano che racconta il disastro di una famiglia americana ma che è nato in Sardegna.”
Si prosegue con l’erotismo di Time is Now, una ballata con un languido sax in sottofondo. Nosta Cresia de s’Arena è un brano quasi disturbante, una chitarra percossa che dona un senso di inquietudine.
A Pain I Need, un brano profondo e oscuro per parlare di relazioni autodistruttive. You’ll be fine non ha nulla da spartire con il balconesco “andrà tutto bene”, ma è comunque un brano che guarda al positivo che c’è nel mondo. Si torna di nuovo ad un brano strumentale in cui la chitarra è unica e indiscussa protagonista, To Agota.
Please Go On torna alle musicalità folk dalle influenze molto statunitensi, Officer è un brano che si discosta dalla linea principale grazie ad una body percussion “improvvisata durante un soundcheck e registrata per caso” che offre una ritmica molto particolare e quasi punk ad un brano che prende spunto da un triste fatto della cronaca recente, l’omicidio di George Floyd.
Spring on Second Fret è un brano strumentale quasi spensierato con la chitarra accompagnata da hulusi, sega ad arco e violino, prima della chiusura con la già citata Nancy.
In questo periodo non è possibile viaggiare e nemmeno suonare dal vivo, le due attività preferite di Phill Reynolds che ci racconta come per ovviare un po’ alla mancanza di musica dal vivo, abbia creato insieme ad alcuni amici un canale che si chiama 6igdig in cui vengono proposti live di molti artisti e in cui presto ci sarà anche il suo.
Ad eccezione di questo non sta valutando di proporre altri concerti in streaming o in altri modi, ci racconta, ma attende l’opportunità di fare dei veri concerti, possibilmente in duo. Nel frattempo, per chi fosse interessato a ricevere il suo disco sta producendo manualmente delle cartoline, delle dediche speciali personali a chi acquista A Sudden Nowhere. Intanto potete ascoltarlo sul suo Bandcamp.