Uno dei migliori modi che abbiamo trovato fino ad ora per evadere dalla quarantena è farlo insieme a Lucio Corsi ed al suo nuovo album Cosa faremo da grandi?, una vera e propria pietra rara.
Il maremmanissimo Lucio, nonostante la giovane età, lo conosciamo già sia per la sua precedente attività musicale, da citare in particolare il suo secondo disco Bestiario musicale, che per le sue apparizioni più alternative (ha sfilato infatti come modello per Gucci a Palazzo Pitti e Firenze nel 2018). Lucio Corsi ci piace così, cantautore fiabesco da un lato, sferzante gemma glam dall’altro. Freccia Bianca è il brano dell’album che meglio rappresenta la dualità di questo sempre sorprendente artista: riff di chitarra senza mezzi termini, sound sberluccicosissimo che ci porta su una nuvola multi-color fino a quando, improvvisamente, la chitarra acustica ed il pianoforte ci abbracciano e ci indicano sotto di noi un treno di passaggio, raccontandoci tutti i possibili significati che si possono dare alla parola viaggio.
Il video è uscito direttamente dagli anni ’70 di un universo alternativo in cui i colori, gli stili, le epoche ed i generi musicali si confondono e si uniscono.
Cosa faremo da grandi? è un album di mare e di vento, tantissimo vento, in ogni sua forma. Ogni pezzo in un modo o nell’altro può ricondursi a questo elemento naturale. Il vento è ciò in cui buttare il lavoro di anni, è ciò che rischia di portarci via il nostro amico secco, ciò che permette alle onde di prendere fiato e tornare a nascondersi.
Il vento è ancora il protagonista del brano Trieste, e lo ritroviamo, ma stavolta in una veste un po’ inaspettata, anche in Senza titolo:
“Il vento è come il treno, poetico ma rompe il cazzo”
L’album è abbastanza breve, 28 minuti in tutto, ma anche grazie a questo viene voglia di riascoltarlo nonappena finisce: come un’onda del Tirreno, parte con pezzi energici e pieni di movimento, per poi allungarsi sulla spiaggia per regalarci altri colori ed altre sfumature. Bellissime orchestrazioni accompagnate talvolta dalla chitarra elettrica distorta creano spazi che vengono colmati dalle sognanti e piacevolmente assurde storie narrate con le parole.
“Per questo la luna è piena di buche, ce le ha fatte lui con la sua testa”
Non sappiamo cosa faremo da grandi, ma di sicuro ci stuzzica l’idea di un giro in barca con Lucio Corsi, per le coste della Toscana, a vedere con gli occhi e con le orecchie quelle onde, quelle coste, quelle conchiglie e soprattutto quel vento che così meravigliosamente ci è stato cantato in Cosa faremo da grandi.