Martedì 12 marzo all’Auditorium Manzoni di Bologna l’Orchestra Senzaspine ha portato lo spettacolo “Romantika”, un omaggio al romanticismo delle steppe russe.
di Tomaso Manca
Un pubblico letteralmente entusiasta ha gremito platea e gallerie dell’auditorium Manzoni la sera del 12 marzo per il concerto “Romantika”, dove l’Orchestra Senzaspine ha affrontato due veri “monumenti” del repertorio sinfonico a cavallo tra ‘8 e ‘900.
Il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in do minore, op. 18 di Sergej Vasilevic Rachmaninov, e la Sinfonia n. 4 in fa minore, op. 36 di Peter Ilyich Tchaikovsky.
Il primo brano, uno tra i più famosi concerti per pianoforte e orchestra, ha avuto come solista il siciliano (di madre svedese) Olaf John Laneri, già ascoltato dal pubblico bolognese all’inaugurazione della biblioteca della Sala Borsa e al Circolo della Musica.
La travolgente esecuzione dei virtuosismi di cui il pezzo è ricco ha “infuocato” il pubblico, strappando applausi anche tra un movimento e l’altro.
Ai tre accordi ripetuti alla fine del terzo movimento, vera e propria firma del compositore, è seguito uno scrosciante e lungo applauso con richieste di bis, benevolmente accolte dal pianista.
Dopo l’intervallo, il gesto deciso del direttore Tommaso Ussardi ha saputo ben condurre tra le arie malinconiche e quelle gioiose che permeano il tessuto della Sinfonia di Tchaikovsky l’ormai ben rodata Orchestra Senzaspine, di sicuro galvanizzata dalla percezione del calore proveniente dal pubblico sempre molto plaudente, pubblico che ha particolarmente apprezzato il Pizzicato ostinato del terzo movimento, preludio del liberatorio Allegro con fuoco dell’ultimo movimento.
Bravi tutti gli orchestrali, ben consci della “mission” della Senzaspine: “riconsegnare la musica classica all’amore del grande pubblico”, come scritto nel programma di sala.