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Kalafi ci racconta 24k “La musica reggae dovrebbe essere di tutti”

24K è il nuovo Ep di Kalafi, 4 brani di reggae, dancehall e un po’ di pop. Dopo 3 album una svolta nel percorso dell’artista calabrese.

24K, prodotto dalla label bolognese Emic Entertainment, segna il ritorno sulle scene di Kalafi a distanza di un anno dall’ultimo lavoro discografico Original Dancehall.
Kalafi, nome d’arte di Francesco Posca, è un artista calabrese classe 1985. Amante della musica reggae e raggamuffin si fa conoscere nella sua terra natia fin da giovane prima di trasferirsi a Bologna.
Esordisce nel 2007 al Lake Splash Festival con il primo singolo Calabria Mia. Ha all’attivo 3 album: Malacapu, Kalaklan for life e In Calabria col furgone oltre a numerosi singoli e collaborazioni.
24K è un Ep che contiene 4 tracce, 24 K, Vegnu da Calabria, Amami così e Bam Bam, brani uniti da un tema comune, quello dell’amore.
1) Il 17 luglio è la data d’uscita di 24K, il tuo nuovo ep. Partirei dal tema conduttore di questo nuovo lavoro, che non è inedito; tu l’hai affrontato con la tua impronta personale. Ci spieghi perchè parlare d’amore e come hai deciso di raccontarlo?

Semplicemente perché ritengo che l’amore sia il filo conduttore della vita. Anche Bob Marley ripeteva continuamente che solo l’amore può essere il vero motore della vita, il “collante naturale” dei rapporti personali. Così come l’oro a 24 carati, anche l’amore, quello vero, è naturale, prezioso e difficile da trovare. Per questo è nato 24K: per rinnovare il mio stile e la mia promessa di eterna fedeltà a questa musica.

2) Rispetto ai tuoi precedenti in 24K cambiano i suoni, sì al reggae e alla dancehall, ma si sente anche una vena pop che forse è più prorompente rispetto al passato. Come hai bilanciato questi generi e come mai hai mischiato questi ingredienti? E’ cambiato qualcosa?
Il tempo passa, la gente cresce, i pensieri si trasformano. Sono dell’idea che la musica reggae debba essere di tutti, senza distinzione di razza, partito politico o religione. Da qui la mia idea di mischiare sonorità reggae e pop, di uscire fuori dai soliti schemi musicali. In fondo, sono sempre stato un eclettico fuori dalle righe.
3) Racconti che da piccolo ti dicevi “Io sono Kalafi e da grande voglio fare il cantante.” rispetto a te ragazzino cos’è cambiato, i tuoi sogni si sono realizzati come volevi? Credi che diventare un cantante sia una strada complessa?
In realtà quel ragazzino non è mai cresciuto, ha solo qualche capello bianco qua e là. Se ho realizzato il mio sogno? “Time will tell”, letteralmente, “lo dirà il tempo”.
Credo che perseguire la carriera musicale richieda lo stesso impegno che necessita qualsiasi altro lavoro fatto con passione e dedizione; è anche vero che l’immagine del cantautore, in Italia, non risulta ancora ben definita, perciò lo sforzo è maggiore, alle volte tanto grande da farti vacillare. Se guardo indietro, però, capisco che c’è un unica cosa da fare, costantemente, senza pensarci mai troppo: muoversi, andare avanti, nonostante tutto e tutti.
4) Abbiamo capito bene che 24K segna un cambio di percorso. Ci pensavi da tanto? In questo anno oltre a lavorare sui pezzi di 24K cosa hai fatto?
No, in realtà tutto è nato casualmente, durante l’ultimo periodo dell’anno passato: Aidenjah mi ha inviato la strumentale di 24K, e dopo un primo ascolto ho capito che avevo bisogno di rinnovarmi, di dar vita ad un nuovo stile carico, come sempre, di “good vibes”, cioè di quella positività che penso mi contraddistingua. In questo ultimo periodo mi sono dedicato alla formazione di una band che potesse seguirmi nei live-set, lavorando assieme alla mia etichetta al fine di definire i passi futuri da compiere. 
5) Guardiamo avanti, parliamo dell’estate e dei concerti. Cosa ne pensi ci sarà modo di vederti su qualche palco?
Lo spero tantissimo, nonostante la situazione non sia di certo quella più adatta, continuo a confidare nel futuro e so per certo che il mese di agosto mi regalerà qualche opportunità per provare di nuovo l’emozione di tornare su un palco. Se ciò non dovesse accadere, male che vada, monterò un sound system su di un furgone e girerò l’Italia per presentare il mio disco!
6) Per salutarci ti chiederei di scegliere una canzone che può fare da colonna sonora di quest’estate un po’ particolare!
Direi Stranizza d’amuri di Battiato, una canzone molto particolare che parla di gioia nella semplicità delle azioni quotidiane. Se devo trovarla in 24K ora che mi trovo a casa ti direi Vegnu da Calabria perché per me nessun posto è come casa mia, anche se mi considero cittadino del mondo.