15 anni in 15 canzoni. Il concerto sold out al Covo Club per festeggiare i Gazebo Penguins è un viaggio di un’ora e mezza nella storia della band. Ecco com’è andata!
di Rebecca Ricci
È il 2011 e per mesi il mio ragazzo canticchia incessantemente “ho perso il tram delle 6”. Così imparo a memoria, senza volerlo, tutti i testi di Legna e mi ritrovo a cantarli senza mai aver sentito i pezzi originali. Quando finalmente succede, sbam. È amore. Anche se non è il mio genere, anche se solitamente ascolto tutt’altro. Partecipo, quindi, a una serie infinita di loro concerti fino al 2016. La curiosità di tornare a vederli live è, pertanto, alle stelle.
Al mio arrivo trovo un Covo già murato di gente. La tappa di Bologna è sold out e c’era da aspettarselo: si tratta, infatti, di un tour attesissimo, in cui poter ripercorrere tutta la storia dei Gazebo Penguins. Ci aspettano 15 anni racchiusi in 15 brani, “per 15 persone e per un cachet di 15.000€” aggiunge Capra, voce e chitarra del gruppo.
È giunto il momento: i primi due colpi sulla batteria e con Bismantova e Nebbia siamo trasportati nelle atmosfere del loro ultimo album. Il pubblico non tarda molto a scaldarsi e inizia il vero tuffo nel passato con una sequenza tiratissima di Casa dei miei e Dettato. Poi Febbre e Mary Mongò Used to Call Me Igino, introdotto da Capra, unica voce a rivolgersi al pubblico, che spiega come nel riavvicinarsi a un brano di ormai 11 anni si sia chiesto “macheccaz*o scrivevamo?”
Seguono Cinghiale e Atlantide, dopo un breve ricordo degli spazi autogestiti che hanno ospitato la band per parecchi concerti e che non ci sono più. Chiuso il momento sentimentale, il ritmo riprende alla grande con Finito il caffè , Comodino: “Whattafuck?!” e Senza di te. Quest’ultimo, forse il brano più amato, è accolto da cori a squarciagola e dal primo stage diving della serata. Una canzone che non è invecchiata un giorno per un gruppo che ci dimostra di non aver perso il suo smalto, mentre dalle retrovie qualcuno urla “Fatela ancora!”
Gazebo Penguins – Senza di te – Covo Club – 2017
Siamo già arrivati al gran finale: un respiro profondo e ci tuffiamo, qualcuno dal palco anche letteralmente, in una sequenza di Piuttosto bene, Difetto, Pioggia, Nevica e Il tram delle 6. Eccola qui, la loro prima canzone che ho conosciuto e che mi riporta direttamente all’estate del 2011.
Un concerto goduto tutto d’un fiato nonostante i toni dei vari album siano diversi, alcuni più ovattati e riflessivi, altri più istintivi e martellanti. Torno a casa soddisfatta, riflettendo sul passare del tempo. Se, come cantano loro, È questione di un attimo e ci si perde davvero, sono contenta che questo non sia successo ai Gazebo e che, 15 anni dopo, regalino ancora live come quello di ieri sera.