Uscito all’inizio del 2020 il viaggio di Russo Amorale ci giunge con lingue diverse e sonorità miste. Frutto della sua cultura itali francese, condita di viaggi e contaminazioni, Europe è un tour in 10 tappe. Più la bonus track.
Ad aprire e chiudere il disco d’esordio di Russo Amorale, nella vita Ugo, c’è una traccia con lo stesso titolo: Wildfires. Una canzone nata dopo un viaggio nei deserti del West americano, che è nata in inglese e cresciuta in questa presentazione di apertura bilingue che da il via al nostro tour. Nei versi in italiano con bridge inglese “affiora un mistico immaginario western: la febbre dell’oro affligge i protagonisti accerchiati dagli incendi“. Questa prima veste della canzone è stata fortemente richiesta da Massimo Zamboni, che ha spinto Russo amorale a tradurre il testo. Ma come bonus track appunto è possibile seguirne la nascita originale e concentrarsi sull’angolofono testo.
Ma nell’album si segue un peregrinare continuo. Già il titolo Europe, ambivalente, ci concede di concentrarci su due significati: “ trattasi del sostantivo al singolare in francese o in inglese oppure di uno straniante plurale italiano che potrebbe quindi indicare la possibilità di diverse Europe“. Non di meno, quelle delle migrazioni.
Le dieci tracce di Europe si sviluppano in tre lingue, francese, italiano e inglese, e anche musicalmente spaziano tra registri diversi: folk-blues, ma anche rock industriale senza lasciare indietro contaminazioni elettroniche. Sentito il tocco produttivo e raffinato di Stefano Riccò, che arricchisce il valore della voce di Russo Amorale. Calda e intima oppure potente e graffiante, la sua duttilità evoca senz’altro la verve dei grandi “chansonniers” e la sua identità francese.
Le tracce mutano, spaziano dall’amore emiliano di Acque Torbide all’omaggio di Qui s’y frotte s’y pique; guardano indietro con l’emergenza di emergere e ancora nei ricordi con Galileo. Europe è un disco caldo, romantico e ramingo in debito con le contaminazioni globali nella formazione di Ugo.