Noir è un musicista piemontese che ha trovato nei bergamaschi The Dirty Crayons ciò di cui aveva bisogno per creare un nuovo progetto. Nascono così Noir & The Dirty Caryons, band dalle sonorità che vagano tra il punk e l’hard rock.
Paratechnicolor è il primo album pubblicato dal progetto e sarà presentato stasera 1 giugno al Timetracks Studio di Azzano S.Paolo in provincia di Bergamo.
Le sonorità dell’album, seppure caratterizzate da alcuni inserti di synth, sono punk-rock. Le influenze sono di quelle della musica di fine anni ’90 e primo decennio del nuovo millennio. La ricerca di musicalità più attuali, seppure ben distinguibili sono tenute a freno da una voglia e una necessità di rimanere attaccati a suoni legati al passato, una ricerca di novità che vuole mantenere tutto il buono del passato.
L’album si apre con la canzone che gli dà il titolo, Paratechnicolor, ballata punkrock con un testo nostalgico. Prosegue poi con Fuzz più ballabile a tratti ma che mantiene, anche nei testi una certa cupezza soprattutto nel testo. Il terzo brano è anche il primo singolo estratto dall’album: Autodafè.
Il brano successivo, Voci, assume sonorità più pop, adatto ad un pubblico più largo e anche meno rock. Una chitarra fortemente distorta apre invece Sono ancora vivo, un brano che racconta uno spaccato della nostra quotidianità.
Divano Revolution è la perfetta rappresentazione dell’ultima settimana politica italiana: la rivoluzione sul divano. Parla di indignazione da social network e con la fa con un pezzo di rock intenso. Dammi tempo, dopo una attacco alla Max Pezzali, diventa un pezzo di autoriflessivo rock “all’italiana” con influenze della varie band rock cresciute negli anni ’90.
Fuck! Il titolo non dà adito a dubbi, “io odio Bruno Vespa” canta Noir e la canzone si srotola in un ballabile tappeto sonoro. Il disco si chiude con Terra, una ballata dedicata al nostro pianeta, troppo spesso bistrattato.
I Noir & The Dirty Caryons sono: Noir: Voce, chitarra, synth, sampling, Massimo Ciocca: Chitarra, Rachele Rebuscini: Basso, Daniele Milesi: Batteria.