Sabato 10 otttobre in piazza Duomo a Milano 500 persone con 500 bauli neri hanno protestato per la situazione nel mondo dello spettacolo.
Ogni volta che siete stati ad un concerto forse ne ve ne siete nemmeno resi conto ma oltre ai musicisti sul palco c’erano decine di addetti ai lavori. Dall’addetto luci, all’addetto ai suoni ai fonici di palco fino a gente che si spacca la schiena per montare i palchi e appena finisce tutto ha già cominciato a smontare. Ci sono tour manager, addetti stampa, lavoratori del merchandising e tantissima altra gente.
Si tratta, in Italia, di più di mezzo milione di persone.
L’associazione Bauli in Piazza è riuscita a dare visibilità pubblica a un settore che dall’inizio della pandemia è rimasto a piedi, senza lavoro e senza prospettive future.
Già ad aprile avevamo raccontato una vicenda che in qualche modo coinvolgeva l’intero settore musicale. Tramite istanze sindacali e proteste che anche a Bologna a fine maggio avevano visto grossa partecipazione. Una questione insomma che non è nata settimana scorsa ma che ancora non vede la luce all’interno delle regole legate agli eventi live.
E’ un terreno impervio e complesso, l’equilibrio tra la tutela della salute attraverso mascherine e distanziamento fisico e la fruizione a pieno di un evento live.
Riportiamo le parole di Fabio Pazzini, event manager e direttore di produzione, tra i promotori dell’iniziativa.
“Come molti colleghi sono fermo da febbraio, c’è qualcuno che lavoricchia, ma sono cose molto piccole perché in questo momento non c’è sostenibilità economica, tutti gli eventi estivi sono stati finanziati da enti pubblici, noi abbiamo riunito in piazza tutti i lavoratori e le rappresentanze delle imprese che lavorano nel settore, dai promoter di eventi e concerti ai service audio-luci perché è importante dimostrare alla politica che esiste un settore unito che chiede con un’unica voce una sola cosa: poter ripartire e guadagnarci da soli il pane quotidiano.
Sono da rivedere le regole in essere, è fondamentale che siano chiare e uniformi a livello nazionale, perché con regole lasche e lasciate all’arbitrio dei vari enti locali non ci può essere programmazione. E poi vanno riviste le norme affinché ci permettano di rendere gli eventi redditizi”.
Decine di musicisti hanno appoggiato l’iniziativa mandando la loro solidarietà all’iniziativa. Non li elenco perchè sono davvero tanti e rischierei di fare torto a qualcuno, se date un’occhiata alla pagina facebook Bauli in Piazza trovate tutto. Trovate anche la proposta di Fedez che ha scatenato una grande discussione online, che poi funzioni o meno la proposta del rapper milanese sicuramente è servita positivamente a scuotere il sistema.
In testa alla protesta, come si vede nella foto in alto, un baule rosso: omaggio a tutti quei lavoratori dello spettacolo che hanno perso la vita durante il loro lavoro.