WATT

WATT “Siamo giovani ma a noi piace la musica fatta con gli strumenti”

Intervista ai WATT, giovanissima band con la testa sulle spalle e la voglia di musica suonata che oggi non va più di moda. Greta, 16 anni, ci racconta di progetti futuri e soddisfazioni.

Abbiamo intervistato Greta Rampoldi, voce dei giovanissimi WATT. A pensarci ha meno della metà dei nostri anni, ma una maturità che ne lascerebbe presumere di più.

L’intervista andrà in onda oggi, mercoledì 7 ottobre 2020 su Radio Città Fujiko 103.1 e in streaming su www.radiocittafujiko.it

I WATT sono Greta Rampoldi, Matteo Rampoldi, Luca Vitariello e Luca Corbani. I 3 ragazzi formano la band nel 2013, quando avevano circa 13 anni e l’anno successivo si è unita a loro Greta, quando di anni ne aveva solo 10.

Ma non lasciatevi trarre in inganno perchè i ragazzi sanno il fatto loro. Cresciuti a suon di musica, le loro influenze spaziano dal pop all’heavy metal e i loro studi sono tutti collegati al mondo della musica.

Durante la loro carriera si sono già esibiti allo stadio di S.Siro in apertura a Van De Sfroos, sul palco di Dj On Stage, hanno vinto il Premio produzione e il Premio Speciale Krisna a Emergenza 2018, lo scorso weekend hanno suonato al MEI di Faenza e Greta è stata l’artista più giovane mai salita sul palco dell’Alcatraz di Milano – mica ca**i!

Ad agosto i WATT hanno vinto, con successo di pubblico e critica, il festival di Castrocaro con il singolo Fiori da Hiroshima aggiudicandosi la possibilità di partecipare alle selezioni finali per Sanremo Giovani 2021.

Fiori da Hiroshima racconta di tutti quei luoghi comuni che descrivono i giovani di oggi come superficiali perché le cose importanti per loro sono le cose materiali, l’apparire e i social network. Ma i Watt ci spiegano in “Fiori da Hiroshima” che non sempre è così perché essere giovani oggi vuol anche dire dover fare i conti con emozioni e sentimenti contrastanti, una vera e propria bomba nucleare interiore, che i ragazzi devono necessariamente imparare a gestire e trasformare in qualcosa di buono.”

Ad aprile 2020 era uscito un altro singolo dal titolo Na na na (la testa) e che parla di distanza e chiusura. “Ci tengo a precisare che il testo è stato scritto a inizio gennaio – ci racconta Greta – non ha nessun legame con quello che stiamo vivendo e che stavamo vivendo soprattutto quando è uscito il brano. E’ un significato aggiunto che è arrivato dopo, ma in realtà parla d’altro.”

La musica dei WATT è “quel giusto legame tra vecchio e nuovo“, citando Greta, tra chitarre distorte e il dance-pop. Decido io per me, brano del 2017, ad esempio si lanciava su ritmi punk rock. Altri brani successivi volgono più verso il pop e qualche pezzo che incastoneremmo nella musica tipica della seconda metà degli anni ’90, (come dimenticare ad esempio i Gazosa).

Quel pop con un po’ di rock ma abbastanza danzereccio, divertente, spensierato. Ottimo esempio di questa spensieratezza è Insta Festa, del 2018, che ha centinaia di migliaia di visualizzazioni, o Happy che vede la collaborazione di Alex Riva, rapper emergente appena 17enne.

Insomma, se pensavate che i giovani facessero solo reggaeton o trap, i WATT vi danno una bella smentita.