MiAmi? Ma quanto MiAmi?

Siamo stati alla seconda giornata del MiAmi, il festival che ha riempito l’Idroscalo di Milano per il weekend del 25 e 26 maggio. Ed ecco cosa vi possiamo raccontare.

La già straripante serata di venerdì 25 maggio è stata arricchita dall’aggiunta, non in scaletta, ma assolutamente gradita al pubblico, di un concerto di Calcutta. Il cantautore di Latina ha portato sul palco i pezzi del nuovo album, uscito il giorno stesso, dal titolo Evergreen.

Il pubblico, già euforico per i concerti di Cosmo, Ex Otago, Francesca Michielin, Francesco de Leo, Frah Quintale accompagnato da Giorgio Poi, Willie Peyote, Coma_ Cose, Galeffi, Paletti e tanti altri, non ha potuto far altro che godere di questo fuori programma. Non si capisce bene di cosa parli Calcutta nel suo discorso iniziale, il pubblico è spiazzato, sia dal fuoriprogramma che dalla supercazzola di parole del cantautore.

Sabato 26 maggio il cielo non è limpido come la giornata precedente il che ci permette di non morire asfissiati dalla calda umidità dell’idroscalo, il mare dei milanesi.

Dopo aver a malincuore speso 8€ per il parcheggio, prezzo quantomeno elevato, entriamo nell’area del festival e ci lasciamo alle spalle il malumore.

Arriviamo al MiAmi e sentiamo da lontano le note dei Dunk, la band meriterebbe di essere headliner ovunque, ma anche alle 8 di sera i quattro musicisti danno il meglio di loro e noi, grandi fan, apprezziamo anche il fatto che non ci sia ancora la calca sotto il palco Pertini.

In attesa dell’arrivo dei Selton girovaghiamo e dobbiamo convenire che l’organizzazione del festival è davvero ottima. La suddivisione degli spazi tra i vari palchi è molto funzionale, sia all’acustica che alla possibilità di prendere fiato tra un concerto e l’altro. Dopo aver attraversato il Magnolia passiamo a fianco al palco MiFai dove la musica e l’arte visiva si mescolano e in diretta su un maxischermo un fumettista produce “Cartoline dal MiAmi”. Sul palco Havaianas stanno intanto suonando i Joe Victor, band abbastanza esordiente ma molto ben lanciata nel panorama musicale, si balla e si salta in mezzo a gigantesche infradito gonfiabili.

Torniamo al palco principale dove nel frattempo hanno iniziato i Selton. Nuova formazione per i ragazzi italo-brasiliani che si concedono un piccolo fuori programma per celebrare il compleanno di Ramiro, il cantante, con tutto il pubblico che intona “Tanti auguri” mentre dalle quinte arriva un candelotto. Si divertono e fanno divertire e il concerto è stupendo. Il pubblico davanti al palco principale è aumentato e per i Tre Allegri Ragazzi Morti lo spazio è tutto pieno. Fantastici, ineccepibili e come sempre grandiosi, la band di Toffolo ripropone tutti i suoi più grandi successi e il pubblico canta parola per parola.

Giusto il tempo di sentire qualche pezzo di Germanò, sorseggiare un’altra birra e si torna sotto il palco per la band più attesa della serata: la reunion dei Prozac+ a vent’anni dall’uscita di Acido Acida.

Un po’ orfani di quell’indole prettamente punk che li ha resi una delle band più importanti in Italia alla fine degli anni ’90, i Prozac+ fanno comunque sognare il pubblico, soprattutto quelli dai 30 anni in su. I Prozac+ si presentano sul palco in maniera piuttosto sobria, ad eccezione della pettinatura del batterista, ma sono comunque i fenomeni di sempre e non disattendono le aspettative.

La scaletta ripropone i brani più conosciuti come Pastiglie, Betty tossica, Colla ed ovviamente Acido Acida. Il pubblico impazzisce e quando a fine concerto la gente chiede a gran voce il bis, Gian Maria, alla chitarra, è costretto ad ammettere di non aver preparato altri pezzi e così la band regala al pubblico entusiasta il bis della hit che li ha resi celebri.

La serata prosegue poi a suon di Dj Set fino alle prima luci dell’alba con Mr. Island e a seguire Dj Gruff. Sul palco Havaianas l’interessante quanto interrogativo dopofestival di Millefoglie con i suoi medley di musiche e registrazioni di voci.

Ci sarebbe altro da raccontare, ma per incastri di orari non vi possiamo raccontare i live di Colapesce e Maria Antonietta, sicuramente i due più interessanti che ci siamo persi. Purtroppo il dono dell’ubiquità ancora non ci è stato concesso e nonostante questo il voto al festival è sicuramente molto positivo.

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