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I Hate My Village sul nuovo ep Gibbone “Siamo fan gli uni degli altri”

Abbiamo avuto l’onore di intervistare Fabio Rondanini per l’uscita di Gibbone, il nuovo Ep degli I Hate My Village. Presto dal vivo ad Acieloaperto.

Gibbone è uscito – dalla gabbia – 4 tracce per un totale di 21.43 minuti, di cui la titletrack se ne prende 11. Questo è il nuovo Ep degli I Hate My Village, band formata da Marco Fasolo (Jennifer Gentle) bassista, fonico e produttore della band, Fabio Rondanini (Afterhours, Calibro35) alla batteria e percussioni, Adriano Viterbini (Bud Spencer Blues Explosion) alla chitarra e tastiere e Alberto Ferrari (Verdena) a voce e chitarra.

La voce di Alberto Ferrari, molto presente nel primo Ep, nel secondo non appare e lascia posto a tracce completamente strumentali, ad eccezione di un contributo vocale di Viterbini nel singolo Yellowblack.

L’album è uscito il 6 agosto per La Tempesta dischi e verrà presentato dal vivo per la prima volta il 26 agosto a San Mauro Pascoli per il festival Acieloaperto.

L’album è stato registrato su audiocassetta ed è un grandioso mix di influenze africane, musica psichedelica, rock e sperimentazione.

“Non ci sentiamo un gruppo particolarmente sperimentatore, in questo caso la sperimentazione sta nel setup tecnico, l’uso di un’audiocassetta per registrare in questo caso. Il setup tecnico pone un recinto dentro cui essere creativi senza sbrodolare, abbiamo un animo molto leggero, Yellowblack è un pezzo molto leggero, quasi pop. Non c’è sperimentazione, ma c’è una grande libertà.

Il nome Gibbone viene da un gioco, Gibbone era il nostro furgone, dopo ore di viaggio ti sentivi un gibbone in gabbia che non vedeva l’ora di uscire. Ci sembrava corrispondente con il periodo che stiamo vivendo, siamo tutti dei Gibboni in gabbia. In più è un riferimento alla natura selvaggia e vuole essere una condizione mentale e psicologica.”

Quello che all’inizio poteva apparire come un supergruppo formato per gioco e destinato a sparire prosegue il suo cammino più bello che mai. “Non è un progetto nato a tavolino, è una spontanea voglia di stare insieme, ci siamo scelti perchè siamo fan l’uno degli altri. La musica supera la formazione musicale, stiamo veramente bene insieme e abbiamo trovato un linguaggio tutto nostro. L’atteggiamento della band è quello di un laboratorio, non è detto che la band si possa allargare.

“Più che una superband siamo una band coi featuring che avremmo assolutamente voluto.”

Dal 26 agosto saranno in tour per 8 date in 2 settimane:

“Sarà difficile stare di fronte a un pubblico seduto, siamo abituati a collaborare con il pubblico. Celebreremo il momento come i musicisti africani con cui abbiamo suonato ci hanno insegnato. E’ un momento difficile ma crediamo sia importante ripartire comunque, noi abbiamo deciso di non fare date a tappeto ma di concentrarle in un breve periodo.”

Per chiudere abbiamo chiesto a Fabio quali dischi porterebbe su un’isola deserta, potete trarne ispirazione per ascoltare qualcosa di nuovo: Roforofo FightFela Kuti, Histoire de Melodie NelsonSerge Gainsbourg, Qualsiasi disco di Charles Mingus.