Uniti contro la discriminazione. Com’è andato Indie Pride

Che alzare la voce fosse necessario in questo momento storico è un fatto ormai evidente. Indie Pride, che ha animato il Tpo il 27 ottobre, è stato per l’ennesimo anno un meraviglioso spazio dove riunirsi e dire no ad ogni forma di discriminazione: sessismo, xenofobia, bullismo. 

A cadenza annuale questa serata si inserisce nella vita culturale della città unendo due cose: la musica, quella buona, e i valori, quelli buoni anch’essi. Unendo live e interventi di diverse associazioni il coordinamento di Indie Pride ci ha fatto sentire anche quest’anno parte di un unica voce e un unico corpo.

Dalle ore 19 e fino alle 2 di mattina si sono susseguiti sul palco tantissimi live, con mezz’ora a rotazione nella quale tutti i gruppi che hanno aderito alla carta d’intenti hanno regalato live davvero coinvolgenti: da Riccardo Zanotti, sul palco da solo, ma accompagnato sotto palco dai Pinguini Tattici, a Io e la Tigre che hanno fatto scaldare la platea di ragazzi e ragazze giovanissimi che hanno gradualmente riempito lo spazio di Tpo. Gradualmente l’energia è salita anche grazie all’atmosfera confidenziale che si respirava sul palco, e che si è diffusa a tutti i presenti: tanti momenti hanno visto sul palco non solo musicisti che suonavano assieme mescolando i sound i più gruppi, ma anche amici che si divertivano.

Antonia presidente di Indie Pride con la ciurma dell’organizzazione

Un esempio è stato Colapesce che si è esibito assieme a Verano, ma anche i Botanici con il produttore Bebo, che ha letteralmente dato voce al progetto; i giovanissimi, ma strepitosi Marshmellow e ancora prima I’m not a Blonde con Gian Maria Accusani. I Botanici hanno poi preso parte, dopo il loro live, anche alla festa di Garrincha assieme a Io e a Tigre e Cimini. Proprio in uno di questi momenti, tra l’entusiasmo del palco, la fiammante Tigre di Io e la Tigre si è scambiata alla batteria con i Botanici, in corso di esecuzione di un pezzo. La chiusura di serata è stata poi magica con 45 minuti di A Toys Orchestra che hanno portato in vita non solo i pezzi di Lub Dub, ma anche successi storici della loro carriera ventennale. Un’energia incredibile, perfetta per coronare una serata di musica, ma anche di impegno: i cambi palco mai vuoti sono stati palcoscenico per diversi interventi, da Mediterranea al coordinamento di Indie Pride con la voce della presidentessa Antonia Peressoni, tenuti assieme dalla conduzione per niente scontata di Willie Peyote e Honeybird.
Una serata nuovamente bella così come necessaria, che rincuora nel sold out annunciato qualche giorno prima.