Il Belgio, ma non solo, è notoriamente sede di grandi, se non imponenti festival musicali. Se ne trovano di ogni tipo che spaziano dalla musica elettronica al reggae, dalla techno al jazz. Noi, da bravi amanti del rock, abbiamo passato due giorni al Rock Werchter.
Werchter è un paese di circa 3000 abitanti, nelle campagne vicino Leuven (o Louvain in francese) in Belgio, a pochi chilometri da Bruxelles. Ogni anno a Werchter prende vita uno dei festival più longevi della storia. La prima edizione risale al 1975!
Per l’edizione 2017, dal 29 giugno al 2 luglio, l’organizzazione non è scesa a compromessi, la line-up era un tripudio di grandi nomi del rock. Il festival ha aperto i battenti giovedì, i primi a salire sul palco principale sono stati gli Het Zesde Metaal, durante i cambi palco del main stage si poteva assistere a vari concerti nei due maxi capannoni con i palchi “secondari” e poteva capitare di ascoltare il polistrumentista australiano Xavier Rudd o i Cigarettes after sex. A chiudere la prima giornata sul palco principale gli Arcade Fire e i Kings of Leon.
A fine concerti era possibile restare a passare la notte in uno dei 4 campeggi allestiti appena fuori dall’area del festival dove, volendo, si poteva anche continuare a ballare o bere birra prima di crollare, esausti, nella tenda.
Anche perché il giorno dopo si ricomincia: concerti a partire dalle 13. L’organizzazione del festival è impeccabile così nelle piccole pause che ci si può concedere tra un concerto e l’altro è possibile prendersi una birra in una birreria, costruita ad hoc per il festival, che mostra il processo di fermentazione della birra Jupiler, uno degli sponsor del Festival. E’ possibile rilassarsi e guardare il panorama sul The Slope, mangiare qualsiasi tipo di specialità, dalla pizza ai Waffel, dalla cucina vietnamita agli hamburger di black angus. L’organizzazione ha pensato a tutto.
E dopo tutto questo ci si piazza sotto il main stage per ascoltare James Blake e per finire i Radiohead.
L’acquazzone nella notte tra venerdì e sabato ha creato qualche difficoltà ai campeggiatori, ma lo spirito rock non si ferma davanti a nulla e così sabato si riprende (nel frattempo siamo arrivati anche noi e abbiamo montato la nostra tenda!).
I primi a salire sul main stage sono stati i Frank Carter & The Rattlesnakes. Segnatevi il nome perché sono in assoluto una delle migliori scoperte del rock degli ultimi anni. Nonostante l’orario, hanno iniziato alle 13.00, lo spazio davanti al palco era già pieno di gente che cantava, pogava e urlava le loro canzoni: 40 minuti di energia pura. Poi è il turno di Seasick Steve, bluesman dalla barba bianca e incolta, dei Jimmy Eat World e dei Blink 182. Durante il loro live, ovviamente, il pubblico canta ogni singola parola creando uno spettacolo indescrivibile. Alle 20.55, e con gli orari a Werchter non si scherza, salgono sul palco i System of a Down che concentrano in un’ora e mezza ben 28 pezzi con un’energia mostruosa che coinvolge le decine di migliaia di persone che assistono allo show in un’unica massa che canta e poga ogni pezzo. Favolosi fino alla fine. Dopo il cambio palco arrivano gli headliner della serata: i Linkin Park, Chester è inarrestabile e coinvolgente, la band alterna pezzi nuovi più tendenti al pop con pezzi vecchi decisamente più rock e coinvolgenti, offrendo anche una dubbia versione acustica di Crawling. Ma con In the end si solleva un unico immenso coro.
Nel frattempo noi abbiamo scoperto che con un po’ di impegno ecologista si può bere gratis. Ogni 20 bicchieri vuoti restituiti si riceve un buono per una birra, quindi capita di vedere gente con colonne di birra alte il doppio di sè girovagare per il festival e la cosa funziona, i bicchieri gettati a terra vengono raccolti dopo pochi secondi.
L’ultimo giorno era forse il più atteso dai fan del rock, da segnalare i Cage the Elephant che dal vivo sono meravigliosamente “old school rock ‘n roll”, i Dropkick Murphys che coinvolgono il pubblico in danze sfrenate al ritmo del folk-punk irlandese, i The Kills, i The Lumineers perfetti e coinvolgenti come sempre, la voce di Rag ‘n’Bone Man e della sua Human. I Soulwax sono assolutamente un altro nome da tenere d’occhio. Sul palco principale arriva il turno degli Alt-j, impeccabili e tecnicissimi.
Durante il cambio palco accade uno dei momenti più comici della giornata, un ragazzo intento a pulire il palco diventa il protagonista dell’entusiasmo del pubblico che sottolinea ogni suo gesto con degli “oooh”, delle ole, delle urla. Lui sta al gioco e il tutto diventa una surreale e molto comica gag.
Ma l’attesa è tutta per loro, l’area di fronte al main stage è piena zeppa di gente, noi siamo riusciti ad accaparrarci uno spazio a 10 metri dal palco (praticamente il meglio possibile), l’attesa è palpabile nell’aria, finché alle 22.30 salgono sul palco i Foo Fighters. Due ore e mezza senza risparmiare un briciolo di energia, tutte le migliori canzoni dei loro 23 anni di carriera, Dave Grohl corre sul palco e scende a suonare tra due ali di folla. A metà concerto sale sul palco Alice dei The Kills per un duetto in una canzone dell’ultimo album della band di Seattle. All’una, quando il concerto finisce con Everlong partono i fuochi d’artificio e sembra impossibile che sia già tutto finito.
Un festival immenso, con una line-up da brividi e organizzato impeccabilmente, ecco cosa possiamo dire del Rock Werchter. Unica pecca, se proprio dobbiamo trovarne una, dopo i concerti la zona veniva liberata piuttosto in fretta ed è stato quasi impossibile spendere tutti i ticket che avevamo preso per cibo e birre.