home festival 2018 the prodigy

Quando torni a casa (ovvero viaggio a Home Festival 18)

Casa mia, casa mia per piccina che tu sia…che poi, così piccola alla fine non è. Il nono Home Festival si è appena concluso e noi ci sentiamo ancora in preda al torpore festivaliero che anche quest’anno, immancabile, è riuscito a regalarci. Di nuovo una sensazione bella: quella di essere a casa, in un evento italiano, che però sa tanto di grande festival europeo. E dire che un po’ ci eravamo preoccupati per questa edizione 2018.

A farci stare in pensiero come zie ansiose è stata la sensazione che ci fosse poca gente a scorrazzare nelle stanze di casa. I conti però hanno dissipato i nostri dubbi: gli ingressi per i 5 giorni di evento hanno sfiorato le 80 mila persone. Possiamo tirare in sospiro di sollievo, sapendo quindi che è andato tutto bene e che il prossimo anno Home Festival si terrà di nuovo. Anche se con qualche cambiamento, ma ve ne parleremo dopo. Ora, volete sapere come abbiamo vissuto l’edizione 2018?

Se dovessimo pensare ad una costante di questo Home Festival potremmo sicuramente individuare due elementi che hanno inseguito gli homies, ininterrottamente: la musica bella, che quest’anno ha raggiunto il livello successivo. Ah si, e il fattore meteo, meno bello e vagamente ansiogeno nel dare la sensazione di essere sul punto di scatenare il finimondo, sempre. Ma se vogliamo prenderla al verso giusto è stato quasi scenografico scatenarsi con la tecno hardcore dei Prodigy o cantare il pop de Lo Stato Sociale sotto gravidi nuvoloni neri.

Le porte di Home Festival si sono aperte mercoledì 29 agosto con la consueta serata gratuita targata Aperolo Spritz; una prima serata che ha visto arrivare già una buona massa di homies scalpitanti. Il primo impatto appena varcata la soglia è stato un po’ straniante: rispetto gli anni passati il grande parco giochi allestito nell’area dell’Ex Dogana è apparso subito un po’ più spoglio. Le tante attrazioni e diversivi sparsi tra i palchi sono stati un po’ sradicati, lasciando sporadici stand: l’immancabile Aperol con i biliardini, una tavola da surf marchiata Pittarello (dalla quale siamo stati subito rimbalzati provando le nostre velleità d’equilibrio) e una simpatica gigante pista per le macchinine dove fare derapate su una Jeep. Ma, sapete cosa? Forse è andata meglio così, perché dopo avere conquistato i gadget di base (occhiali da sole, zainetto e cappello, una sorta di divisa diffusa), ci siamo concentrati solo sui palchi.

Per affrontare al meglio l’impresa di cinque giorni abbiamo dapprima reperito il necessario: piano concerti e birra fresca. Ed ecco che arrivano due sorprese: la line up di quest’anno che è stata stilata con incastri perfetti. E non meno importante la birra fresca ci ha stupito con il prezzo ribassato. Ottimo inizio! Dopo una rapida e precisa definizione dei concerti imperdibili, ci siamo preparati: anfibi e felpina per sopportare il meteo antipatico, e tanta tanta voglia di ballare.

I due poli del nostro Home Festival sono stati il Clipper Stage e il Sun 68, immancabilmente concatenati: dalle 18.00 i concerti imperdibili ci hanno accompagnati fino alle 00 di domenica 2 settembre. Il grande tendone da circo di Sun 68, diciamo simpaticamente il “first second stage“, ha presentato il meglio del panorama italiano attuale e ci ha conquistato ad ogni concerto. Oltre ai Canova, Wombats e Django Django, Motta e Maria Antonietta, siamo tornati quindicenni con la reunion dei Prozac+ che si sono ripresentati dopo vent’anni dal primo album. Non da meno gli spettacolari Ministri che al day 2 hanno sfoderato pezzi di repertorio mentre fuori succedeva il finimondo, ma anche dentro non si scherzava con poghi importanti.

L’icastro perfetto della timeline ci ha permesso di seguire sia il meglio del panorama nazionale che lo spettacolare mix che ha scosso il Clipper Stage. Iniziando con Nic Cester & the Milano Elettrica, i White Lies e gli Alt-j c’è stato un riscaldamento soft in vista del day 2: adolescenza revival con gli Incubus, che nonostante la pioggia hanno cantato davanti ad una platea enorme, e i Prodigy che semplicemente hanno acceso la miccia di un migliaio di persone pronte a ballare. Per chiudere in bellezza, la domenica ha visto al calar del sole Lo Stato Sociale, capace come sempre di far sorridere e cantare varie fasce d’età. Soprattutto però, il live che ha chiuso questa edizione è stato lo spettacolare Caparezza che ci ha regalato la tappa di chiusura del tour. Tra i consueti allestimenti scenografici, le coreografie e la sua capacità di parlare direttamente e sinceramente a chi sta accalcato a naso all’insù, non si può che definirlo la chiusura perfetta per lasciare casa appagati e felici.

Ma non vi abbiamo detto che esplorando un po’ casa abbiamo scoperto tante altre sorprese. Insomma, la storia di Home Festival non era di certo finita qui: dietro il main abbiamo scorso una gigante serra. Non ce n’eravamo accorti, ma per fortuna a mezzanotte non tutto si spegneva! Il New Era Stage ci ha accolti ben oltre le 2.00 am, e mentre fuori la notte stava scendendo abbiamo ascoltato i Coma_Cose e i Dead Vision, Tropical Pizza Soundsystem e tanto altro. Spostandosi un po’ si incontrava poi il Jack Daniel’s stage, un piccolo spazio che ha ospitato The Andrè e Shake the Rock Father, ma anche Belize, Manitoba e Riccardo Zanotti (senza i Pinguini Tattici Nucleari, ma capacissimo di regalare un concerto bello e completo).

Forse ci eravamo sbagliati, l’ex Dogana che si sembrava così spoglia all’inizio di Home riserva delle sorprese, basta cercarle un po’! Ad esempio il concerto di Paletti che suonava sul Firestone Stage, come Andrea Poggio o Her Skin, o passare davati al vagone di Trenitalia Stage, dove la musica non mancava.

Il bilancio di questo week end lungo di ritorno da Home Festival non può che essere positivo: il festival è stato capace di fronteggiare il maltempo senza annullare nessun live, e nonostante l’iniziale impressione di un area spoglia non siamo stati fermi un attimo tra musica, attività e pit stop per ottimo cibo e fresche birrette.

Appendiamo il cappello Firestone e ci sfiliamo gli occhiali a specchio targati Aperol, ora è tardi e ci riposiamo appagati. Tornare a casa è sempre bello, e Home Festival è casa.

Come dicevamo all’inizio, l’anno prossimo Home Festival cambia, almeno un po’. L’appuntamento a Treviso si sposterà, sperando di evitare il maltempo, a giugno. Precisamente il 7- 8- 9 giugno. Ma dal 2019 Home Festival si allarga e raggiunge anche Venezia. Una nuova casa, a new home ci aspetterà a Venezia dal 12 al 14 luglio 2019.

“Capisci molto di un festival da come è organizzato il backstage. Arrivi qui e trovi catering di ogni tipo, un barbiere, un gelataio, un liutaio, un palco per le jam session e un vero letto. Ti senti just like home” (Joe, Alt-j ad Amedeo Lombardi, fondatore di Home Festival).