Disco della settimana: Nero Lumiere: “Chi fa da sé si estingue”

Vedrà la luce il 6 aprile l’album d’esordio del gruppo torinese Nero Lumiere dall’improbabile titolo: “Chi fa da sé si estingue.”

Il quintetto torinese è risorto come una fenice dalle ceneri di un progetto precedente chiamato Bpm. I ragazzi piemontesi cambiano musicalità, idee, prospettive e i Nero Lumiere partono subito con un disco che punta molto in alto. Prova di tutto ciò sono le numerose collaborazioni all’interno del disco, da Giulia Elena Bertolini (Julie and the Cloud), Matteo Giai (bassista di Nicolò Fabi e Bianco), Cesare Mecca, a un’intera sezione di fiati con Luca Manessi e Valerio Crespi, rispettivamente sax e trombone.

I Nero Lumiere sono: Riccardo Rudiero – voce, Riccardo Bolla – chitarra e voce, Serena Pelissetti – tastiere e synth, Marta Accorroni – basso e Alessandro Raspaldo – batteria e voce.

Dopo avervi presentato la band passiamo a parlare del disco.

Chi fa da sé si estingue è prodotto da Adriano Vecchio, che partecipa anche ad un featuring nell’album, ed edito da Libellula. L’album contiene 11 brani che si diramano da una base di folk-rock per toccare varie sfumature e diverse intensità. L’album si apre con Dimmi un po’ ,una canzone in levare che fa subito venir voglia di ballare, grazie anche ai bellissimi inserti di synth, nonostante l’allegria della musica la canzone tratta della fine di una relazione, ma con ottimismo. La voglia di ballare prosegue con L’amore ai tempi dei cartoni e il disco prende un piega rock con La ballata della notte con delle parti che ricordano alcuni pezzi dei Noir Désir. La Giostra torna a farci ballare con dei ritmi che richiamano il folk del sud Italia.

A metà del disco arriva La bufera, in cui appare la voce di Giulia Elena Bertolini, una canzone dall’anima puramente rock, si passa ad accordi minori, gli archi in sottofondo danno al brano una profondità incredibile che non vi si staccherà di dosso. Poi si ricomincia a muovere le natiche con Limite e con Cappuccino in cui i fiati entrano in pompa magna. Tra rock più intenso, ska e folk puro l’album termina con Rosalie che tira le somme sia dal punto di vista musicale, sia dal punto di vista umano.

La cosa più bella di questo album in cui nulla è banale, è la difficoltà di trovare delle similitudini in band preesistenti. Il miscuglio proposto dai Nero Lumiere, con tutte le influenze del caso, è qualcosa di nuovo, di originale e di estremamente variegato.