Murubutu, un viaggio di rap-conti diluiti tra poesia ed evocazione

di Gianmarco Ferrari

Sabato 23 febbraio il T.P.O. ha accolto uno dei concerti più attesi della stagione. Sul palco Murubutu ha presentato i pezzi del nuovo album, ma anche sprazzi di vecchi album.

T.P.O. Ore 22.45, sul palco i Triflusso. La sala è piena per metà e mi perdo a notare quanto sia giovane il pubblico. La percentuale femminile è altissima: non è comune ad un concerto hip hop, ahimè. Quando il tri-flow si esaurisce avanziamo cercando l’acustica migliore. Tutti aspettano l’entrata del professore reggiano. Sempre di più, in questo disco è palese, Murubutu ammicca alle giovanissime generazioni che dall’alto dei miei 28 anni definirei post-Grecale.

Quando appare la proiezione dell’immagine di Murubutu sullo sfondo del palco il pubblico scoppia in una grande ovazione d’attesa. Entra La Kattiveria. Tra le cicale e i grilli di Nyx fa finalmente comparsa Murubutu. Entrata energica trascinante, probabilmente il punto più coinvolgente assieme al potente “Omega Man” e al ricordo dei “I marinai tornano tardi”.

È un concerto che snocciola le storie dell’ultima creatura notturna “Tenebra è la notte ed altri racconti di buio e crepuscoli e si concede solamente sparuti soffi di vento (Dafne sa contare, Mara e il maestrale, Grecale) e una pillola ammutinata (I marinai tornano tardi).

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Seguo Murubutu da tempo e da allora continuo a condividere il suo seminare cultura e storie attraverso parole e musica. In questo album “la notte si fa medium narrativo attraverso cui raccontare fenomeni complessi come la guerra, la solitudine, il lutto ma anche il fascino della natura, l’ispirazione artistica, l’amore. Il titolo che parafrasa la celebre opera di Fitzgerald allude alla notte come catalizzatore di paure e speranze in cui l’individuo vive più che mai il confronto con se stesso.

È un viaggio di rap-conti diluiti tra poesia ed evocazione, tra melassa ed amori sognanti. La notte è fatta anche d’altro e Murubutu lo sa. Per ora ha deciso che vuole intraprendere una certa strada, non per forza la più facile. Mentre la folla di ragazzi urlava Wordsworth io cercavo di zittire la mia petulanza e lasciavo spazio ad una speranza non scontata per le nuove generazioni: ad un concerto che si parli di Kafka, Dostoevskij, Kierkegaard, Wordsworth fa bene, almeno uno su dieci andrà a cercare chi siano, no?

Scaletta concerto :
Nyx
Buio
La stella e il marinaio
Dafne sa contare
La notte di San Lorenzo
L’uomo senza sonno
Dj T-Robb’ s scratching
Le notti bianche
Wordsworth
Franz e Milena
Mara e il maestrale
Occhiali da luna
Omega Man
Grecale
I marinai tornano tardi