L'UltimoConcerto

L’ultimo concerto che non c’è. La protesta finale del settore musicale

L’ultimo concerto non era un concerto. Dopo un anno in ginocchio sui ceci il settore musicale, stanco del continuo confino ai margini della politica di aiuto economico, ha scelto la protesta più efficace: il silenzio.

Attratti dall’idea di un live-nonlive, le migliaia di persone a comporre il pubblico virtuale sono incappati nel peggiore degli scenari: l’apocalisse del settore dell’intrattenimento musicale. Dopo proteste e manifestazioni plateali, dopo i bauli in piazza, dopo i post, le interviste. Dopo dodici mesi di incertezze e di mancate risposte, hanno smesso di rispondere loro stessi.

E nel manifesto già si preannunciava: “L’Ultimo Concerto? è una delle più importanti iniziative che ha coinvolto per la prima volta, i live club di tutta Italia, oltre a un incredibile numero di artisti, che con il loro straziante silenzio, a distanza di un anno dalle prime chiusure, hanno sottolineato l’importanza essenziale di questi spazi anche in riferimento alla loro stessa formazione professionale, in quanto luoghi di passaggio e partenza necessari e obbligatori per tutti coloro che fanno della musica la loro carriera.”

Circa 130 locali hanno aderito, da nord a sud, con una concentrazione altissima in Emilia Romagna e Lombardia. Ancora di più gli artisti, band o solisti, che hanno affiiancato il loro nome a quello dei live club. Dal 28 gennaio abbiamo visto una campagna promozionale serrata per far conoscere l’ultimo concerto. Con la promessa dell’intrattenimento, che oggi più che mai appare l’unico sollievo ad un intero anno di faticose rinunce e “giochi dell’oca”, hanno creato il migliore dei giochi di magia: rendere pesante l’assenza. Ecco che il vuoto di un non concerto, l’ultimo concerto, faccia a faccia con gli artisti solidamente muti, ci fa sentire piccoli, in colpa.

Muti gli Zen Circus, i Ministri, i Cara Calma, i Punkreas, i Pinguini Tattici Nucleari, 99 Posse, Subsonica e tutti gli altri che forse sono anche stanchi di parlare. I locali, che nel nostro immaginario per l’ultimo concerto si sarebbero riaccesi, con i fonici, gli elettricisti, le band, sono mestamente bui. Nessuna nota dietro le porte ancora serrate.

L’ultimo concerto è un messaggio potente, un silenzio assordante che non può e non deve essere ignorato.