Lady day a Bologna nel salotto elettronico di Meg

Ci sono voluti otto anni di attesa per sentire nuovamente i pezzi di Meg, usciti lo scorso autunno. Ma ne valeva la pena. Soprattutto, valeva la pena di attendere per concentrare tutte le energie disponibili sotto il palco in cui si è esibita.

Questo slideshow richiede JavaScript.

La scorsa settimana abbiamo raggiunto al telefono Meg e vi abbiamo fatto raccontare direttamente da lei cosa si portava dentro Vesuvia. E tra le righe, forse, è stato possibile prevedere cosa ne sarebbe uscito, come un’eruzione incontenibile, nel momento del live per il Vesuvia Tour.

Intanto, se vi siete persi l’intervista potete ritrovarla senza problemi, ma ciò che pià importa è che vi appuntiate una (o più) delle date live. Meg si è probabilmente conservata sott’olio, sia a livello musicale che estetico, per presentarsi sul palco con un’intatta e sbalorditiva capacità di fare musica che non stanca, non invecchia, ma soprattutto ti trascina in uno stato di trance degno di un tecno raver straight edge. Impossibile non muoversi, impossibile non esultare in sincrono con lei, che sul palco non prova nemmeno a nascondere quanto le piace fare quello che sa fare alla perfezione: dubbare, e scatenare il pubblico.

Poi uno può anche dire: “vabbè, si diverte, ci fa divertire”. Eh no, non basta e non si ferma qui, perchè a Bologna Meg ci è venuta per sostenere un progetto gestito dall’associazione Alba Chiara per la promozione di borse lavoro per donne vittime di violenza. Finito il live quindi Meg scavalca le transenne e si piazza di fianco al banchetto, così, come se niente fosse, e con un sorriso che manco fossimo amiche delle medie si dimostra una artista cordiale, terra a terra e vicino al suo pubblico.

Io già dopo l’intrevista mi ero convinta che Meg è un’esponente del mondo musicale che ha molto da dire, gran parte rafforzato dall’essere donna. Dopo l’ascolto di Vesuvia ne sono ancora più convinta e consiglio a tutti, ma anche a chi non la conosce, di andare ad un suo live.