La Niña a Bologna: dove la tradizione vince sul futuro

A cura di Fabio Viggiano - @viggiagram

Per combattere il caldo afoso di questi giorni, l’associazione Shape, già nota per il festival Gemini, ha regalato a Bologna una serata “extra” al Dumbo, portando sul palco del Barrio un’artista d’eccezione: La Niña. Il concerto, iniziato intorno alle 22:00, ha visto Carola Moccia (vero nome dell’artista) e la sua band di quattro elementi incantare il pubblico con un live intenso e sorprendente.

La promessa di Furèsta

L’attesa era alta, alimentata dal successo di Furèsta, il suo secondo album in studio pubblicato il 21 marzo 2024. Il disco ha ottenuto un riscontro nazionale immediato e fortissimo, lanciando La Niña in un lungo tour che, dopo l’Italia, toccherà le principali capitali europee.

Il progetto si presentava come un viaggio sonoro visionario tra elettronica, canto tradizionale e immaginari futuribili. Il titolo stesso, una parola napoletana per “selvatico” o “indomabile”, prometteva una fusione tra le radici popolari e un taglio moderno, capace di attrarre anche chi è più distante dal mondo folkloristico. Una ricerca artistica che, attraverso la lingua e l’identità di Napoli, si muove tra musica, teatro e arti visive per creare un vero e proprio rito contemporaneo.

 

La realtà del palco: un’immersione nel folk

Eppure, sul palco del Barrio, quella fusione futuribile lascia il posto a qualcos’altro. L’aspettativa di un live con decisi innesti elettronici, dove il suono del Vesuvio si mescolasse a sintetizzatori e drum machine, viene spiazzata. Questa componente elettronica, infatti, è assente. Il concerto si rivela un’immersione totale e senza compromessi nella tradizione campana, un live che attinge a piene mani dal folk napoletano, sia negli strumenti che nelle sonorità. Non una scelta di passaggio, ma una precisa e potente identità artistica.

Tra un brano e l’altro, Carola conquista il pubblico. Ripete il suo rito scaramantico di ringraziare il fonico e poi omaggia Bologna, ricordando che è stata la prima città a registrare il sold out in un tour che ne colleziona ormai tantissimi. La sua voce è impreziosita da musicisti e coristi impeccabili, la cui bravura lascia più volte impressionati.

Un rito che strega

Questa scelta radicale si traduce in una performance di un’intensità rara. La scaletta spazia dai brani originali a omaggi alla tradizione, come “Maruzzella” di Renato Carosone e la struggente “Era de maggio”. Ma è con pezzi come Salomè che l’energia si scatena pura: una danza catartica che coinvolge tutti i presenti, rapiti da sonorità ancestrali in un profondo rito collettivo.

Nonostante la performance sia stata diversa dalle attese, il risultato è unanime: ci ha lasciato accaldati, coinvolti e letteralmente stregati. La magia di La Niña è autentica e viscerale. E per chi volesse riviverla, l’appuntamento è già fissato: l’artista tornerà a Bologna, sempre ospite al Dumbo dei ragazzi di Shape, il prossimo 20 Novembre.