La cantautrice Sybell, nome d’arte di Cristina Spadotto, esce con l’EP “Il canto della dea”.
Abbiamo fatto qualche domanda a Cristina, membro anche dei gruppi Uttern e Invisible Wave, su questo suo terzo EP da solista.
“Conoscere la Natura e comprenderne gli aspetti, profondamente, può aiutarci a far ordine dentro noi stessi e a vivere più serenamente.”
Iniziamo a dare uno sguardo alla copia fisica dell’EP, un’edizione limitata molto particolare, contenuta in un tessuto decorato a mano, al suo interno ci sono delle schede con delle poesie e i racconti della simbologia pagana che per Sybell è più che una semplice ispirazione. Gli affezionati del formato fisico non possono che apprezzare.
“Il formato fisico nasce dal concept dell’EP “Il canto della Dea”, ovvero il canto della Natura, intesa come tutto ciò che ci circonda, come il mutare e trasformarsi delle stagioni. Mi sono avvicinata alla ritualità pagana negli ultimi anni, anche se venendo dal Friuli, una terra ricca di natura e tradizioni antiche, ne sono stata circondata da sempre. Nel booklet sono in evidenza i simboli delle festività pagane che a loro volta richiamano le stagioni. Ognuno di noi vive momenti bui, di desolazione e tristezza, e momenti di gioia ed estasi; contrazione ed espansione sono movimenti basilari di ogni forma di esistenza, esattamente come il respiro ed i cicli delle stagioni. I simboli rappresentano visivamente questo aspetto della natura, e sono stati creati da Denis Cannas, ispirandosi ad altre simbologie antiche, sacerdotessa pagana e mia “collega” nel gruppo Uttern.”
L’uscita del disco è stata preceduta dal singolo “Il mantra della Dea”, girato ovviamente nella natura e ricco di simbologie che ritroviamo in tutti i brani dell’EP.
Dalle sonorità dei brani emerge una visione della natura vivace, forte, cruda, ed anche il legame stesso tra la voce narrante e la natura stessa è molto enfatizzato. È un tema inusuale nella società di oggi. Anche nella musica è difficilmente presente.
“Negli ultimi anni è sempre più presente la tematica relativa all’ecologia ed all’ambiente. Tuttavia, il vivere la propria terra in maniera più istintuale o rituale effettivamente non è molto presente a livello mainstream. Esistono però ambienti molto vivi legati alla new age, al neo paganesimo, sono nicchie che esistono a livello di sottobosco, per usare un termine che mi piace molto… Nei paesi del nord Europa, che “frequento” molto musicalmente, è più comune trovare questo tema nei testi, soprattutto nei generi più folk.”
I pezzi sono nati dal tuo rapporto con la natura quindi…
“I pezzi sono nati dalla vita. Negli ultimi 4 anni ho ripreso in mano pezzi di brani precedenti (che erano in inglese) ed assemblarli è stato facile, in un periodo di grande ispirazione e grazie al contributo di Bruno Giraldo per gli arrangiamenti. Insieme all’ispirazione musicale c’è stata questa ispirazione spirituale che mi ha dato una grande spinta.”
“Tu sola a guardare l’Oceano.
Due onde impazzite che creano e perdono pezzi s’infrangono.
La vita ha muscoli involontari.”
È difficile etichettare la musica, sempre di più… se dovessi però dare un genere a questo album cosa diresti?
“Non saprei come definirlo… rispetto alle prime produzioni, influenzate dall’aver suonato per anni metal, qui le chitarre elettriche non sono distorte (mi stupisco di me stessa!), ma sono per lo più ambient, fungendo quasi da tastiera, e si nota come la chitarra acustica sia la matrice di tutti i pezzi. Caricandolo sulle piattaforme di distribuzione digitale, ho scelto le categorie new age e folk, dando priorità alla tematica più che al sound, che per certi versi guarda anche al pop.”
“La Natura, con le sue leggi, è ciò che governa il mondo. Ricordiamoci che anche se viviamo in un sistema ormai molto artificiale, siamo pur sempre soggetti a queste leggi.”
Sybell avrebbe dovuto suonare in questi giorni nel sud Italia, ovviamente il tutto è rimandato a tempi migliori… Nel suo blog racconta con queste parole il suo punto di vista sulla realtà ai tempi della pandemia:
“Prendiamo consapevolezza di questo, ognuno coi suoi mezzi. E soprattutto, prendiamoci la responsabilità di come ci sentiamo e di cosa vorremmo per noi, in questo momento. Virtualizzare il disagio sui social è insufficiente. Bisogna informarsi, ricercare, prendersi cura di ciò che sta a cuore e soprattutto agire, nel concreto e attivamente. Sta ad ognuno di noi riflettere e capire come farlo, com’è giusto per noi. Smettiamola di demandare all’esterno questa responsabilità.
Stiamo attenti alle parole che vengono usate, alle soluzioni semplificanti, agli slogan, alle suddivisioni nette e manichee. Non dividiamoci in categorie. La realtà è più complessa di un nome e soprattutto va esplorata e vissuta, in prima persona e assieme. Nei miei testi parlo di spiritualità e ritengo che quest’aspetto sia un tutt’uno con la materia. Questo momento ci mette di fronte ancora più di prima alla responsabilità che abbiamo di vivere con piena consapevolezza. E come dice Marshall Rosenberg in “Le parole sono finestre (oppure muri)”, se ci prendiamo la responsabilità delle nostre parole, delle nostre emozioni e dei nostri pensieri, creiamo un mondo di possibilità.”
Potete ascoltare “Il canto della Dea” su Spotify. Per seguire Sybell: Facebook, Instagram ed il suo blog www.sybell.it.