#fakenews dubioza kolektiv

Guerra alle #fakenews con ironia e incazzatura: Dubioza Kolektiv

Scegliere un disco della settimana non è mai stato così facile: appena abbiamo ascoltato #fakenews dei Dubioza Kolektiv non abbiamo avuto dubbi. Dovevamo consigliarvelo.

Ultimo di una lunga lista di album, #fakenews è l’ultima fatica del collettivo bosniaco che è specializzato in casino, anarchia e politically scorrect. Uscito il 28 gennaio, è composto da 9 tracce che spaziano tra diverse sfaccettature dell’argomento più che attuale delle notizie non notizie. Sarcasmo feroce e ispirata denuncia politica, zero lustrini e molta sostanza attraversano i pezzi creati ad hoc per affrontare brani in inglese, spagnolo e un ironico francese Google-Traslated, parole semplici e di immediata comprensione anche per chi non conosce la lingua. Un disco disponibile il free download, contro le case discografiche e il circuito di speculazione musicale. Questi sono i Dubioza Kolektiv.

#fakenews dubioza kolektivq
#fakenews dubioza kolektiv

Tante le collaborazioni in questo disco: Manu Chao con il quale viene aperto #fakenews, in Cross the line. Questo pezzo è dedicato ai miranti, per parlare della necessaria “libertà di muoversi, la libertà di attraversare, la libertà non è un crimine”. Nei brani seguenti continuano i featuring con Earl Sixteen di Dreadzone, Toma Feterman dei Soviet Suprem, e il gruppo messicano Los de Abajo, ma anche con l’attesissimo Robby Megabite.

Espediente intelligentissimo e divertentissimo Robby Megabite è l’emblema della robotizzazione del lavoro manuale che arriva a sostituire i musicisti e creare una band alternativa. Per chi non ha voglia di far fatica, ma anche per chi si vede sfilare sotto il naso il proprio lavoro: Take my job away. Ma la capacità di ironizzare anche sui temi più scottanti attraversa tutto il disco, proprio con la capacità dei Dubioza Kolektiv di fregarsene del perbenismo e di urlare senza peli sulla lingua ogni tema. Verso la fine del disco non manca il pezzo divertente, una canzone creata con Google Translate perchè, se anche i Dubioza cantano in italiano, inglese e bosniaco, perchè non lanciarsi anche nel francese? Nell’era del google a portata di dito ecco che si può cantare in qualsiasi lingua, anche se in maniera un po’ macaronica.

Scopriamo con voi questo album che vende anche un #fakenews tour, del quale però abbiamo cattive notizie: nonostante le date annunciate arrivino a dicembre 2020, nessun live in Italia. Per ora. Staremo a vedere.