Concerto di Barcellona: sentiamo chi ci è stato

Qualcosa si muove, ed è qualcosa di grande, movimentato, assembrato e rockenroll. A Barcellona il maxiconcerto dei Love of Lesbian riaccende le speranze di poter tornare a vivere come si deve.

Mentre anche in Italia si sta cominciando a parlare di eventi estivi e di concerti in altri paesi lanciano esperimenti. Olanda e Spagna sono i paesei che si stanno dando più da fare su questo versante. Il concerto dei Love of Lesbians di Barcellona è stato qualcosa di incredibile.

Un concerto da 5000 persone non è qualcosa che avremmo definito “maxi” prima del covid, ma la portata di questo avvenimento è gigantesca per ovvi motivi. L’evento è stato promosso dalle organizzazioni dei principali festival catalani, per dimostrare come grazie a controlli e regole sia possibile realizzare concerti di queste dimensioni.

Se è vero che l’esperimento di Barcellona non è stato il primo di questo genere, è indiscutibile come il concerto dei Love of Lesbian sia fin’ora il più grande ed il primo paragonabile a ciò a cui eravamo veramente abituati: non virtuale, non edulcorato o riarrangiato, se non per l’obbligo della mascherina, al quale siamo ormai abituati.

BarcellonaConcertoMask

“I test antigenici obbligatori sono stati l’altra arma con la quale siamo riusciti a sconfiggere il distanziamento sociale per una serata, una manciata di orette destinate probabilmente a restare nella storia. Se l’esperimento darà buon esito, aumenta la speranza di rivedere grandi eventi ancor prima che la campagna vaccinale abbia raggiunto la copertura di quasi la totalità della popolazione.”

Abbiamo contattato il nostro amico Simone, che ha potuto assistere al concerto. Ci racconta un po’ la giornata: “la mattina del concerto sono andato a fare il test rapido, il risultato mi è stato mandato tramite una app che avevo scaricato. Con il risultato negativo e con il codice del biglietto sono andato al palazzetto. Sono arrivato verso le 7, ci sono stati 3 controlli, la coda è durata circa mezz’ora. Alla fine della coda ci hanno consegnato la mascherina che avremmo dovuto tenere durante il concerto.”

Entrati nel palazzetto, ecco la magia: niente più distanziamento sociale.
“Dal punto di vista emotivo tutto questo è stato veramente incredibile; entrare nel palazzetto pieno di gente, la musica degli amplificatori, le luci che si abbassano e il cantante che ti dice “Benvenuti al concerto più emozionante della nostra vita” è stato davvero fantastico, commovente.”

“Adesso bisognerà aspettare un paio di settimane, ognuno di noi viene tracciato e se qualcuno si rivelerà positivo l’equipe medica lo saprà e redigerà il report sanitario con i risultati dell’esperimento. Per il momento la fiducia è tanta, questo potrebbe essere il primo passo per tornare a fare questo tipo di concerti, dà speranza al mondo della cultura in generale e a tutti noi.”

L’evolversi della situazione verrà monitorata per un paio di settimane. Non sappiamo se per qualche anno dovremo abituarci a seguire i concerti con queste modalità, oppure se il ritorno alla normalità sarà più rapido, sta di fatto che la serenità che traspare dalla voce di Simone e dai volti delle persone intervistate dopo il concerto è qualcosa che accende in noi una luce per il futuro. Per ora, come dice il nostro amico Simo, “dita incrociate e una sola parola chiave: speranza”.