Che fine ha fatto il Rock’n’Roll?

Beatles, Led Zeppelin, Iron Maiden, AC/DC, Queen, Pink Floyd, Guns ‘n Roses, Deep Purple, Nirvana, Rolling Stones e la lista potrebbe continuare ancora per molto. Il Rock, quello con la R maiuscola, ha conosciuto la sua epoca d’oro tra gli anni ’60 e gli ’80, poi questa miniera d’oro sembra essersi esaurita.

Alcune band, come i Rolling Stones,  continuano a suonare anche al giorno d’oggi ma sta di fatto che le band rock più importanti della storia sono nate e cresciute almeno 30 anni fa. Dagli anni ’90 sembra quasi impossibile trovare una band capace di lasciare un’impronta anche solo lontanamente simile a quelle lasciate dalle band sopracitate.

Ma cosa ha provocato questo declino?

Anni fa c’erano band dal potenziale incredibile che non hanno raggiunto il successo meritato perché la concorrenza era spietata. Potremmo prendere ad esempio i Whitesnake o gli Sweet, rimasti solamente nelle teche di grandi appassionati di rock, ma che non hanno raggiunto livelli di successo planetari. Eppure il loro era rock di un certo livello.

Uno dei fattori implicati è probabilmente l’avvento di Mtv, nata nel 1981, che ha provocato un cambiamento culturale nella fruizione della musica. Le case discografiche si trovarono pian piano sempre più spinte dalla necessità di pubblicare singoli di successo, a discapito della qualità. In poche parole, pubblicare di più e più in fretta. Se fino a un certo punto della storia una band aveva la possibilità di rinchiudersi in studio anche per anni, per lavorare su un intero album, dagli anni ’80 in poi l’industria musicale ha chiesto e ricercato altro. Internet ha dato il colpo di grazia a questo passaggio. Oggi non è più strettamente necessario scrivere album, basta pubblicare singoli orecchiabili in rete.

Abbiamo rari esempi di band rock che pubblicano album fantastici anche negli anni ’90, Toxicity dei System of a Down è addirittura del 2001, ma dopo il grande successo di quell’album nessuno dei successivi è stato allo stesso livello. Negli ultimi anni sono saliti alla ribalta, soprattutto per i loro live, i Biffy Clyro, che per quanto spettacolari e probabilmente la migliore band rock di successo del momento (insieme ai Foo Fighters, nati però già più di due decadi fa) sono difficilmente paragonabili alle band citate all’inizio, e sono mosche bianche in un panorama che appare povero.

Un’altra questione, che non è legata al declino del rock, ma alla sua assenza dalla grande distribuzione è proprio il suo essere rock. Si sente spesso dire che è già stato fatto tutto quello che si poteva fare; ciò è in parte vero, è difficile fare qualcosa di nuovo, originale e bello allo stesso tempo. D’altro canto, è vero anche che le proposte di cose nuove vengono spesso bollate come strane, assurde o senza senso. Il limite è difficile da definire e il compito spetta ad etichette discografiche, che devono fare i conti con la vendibilità del prodotto. Propongono in base ai gusti della gente che a loro volta vengono influenzati dalle proposte, ed inserirsi in questa spirale è difficile.

In conclusione il rock non è morto, si è rintanato in qualche cantina dove quattro ragazzi coi capelli scompigliati pestano sui rullanti, fanno vibrare le mura coi bassi e spaccano delle chitarre mentre provano per ore e ore una canzone che non uscirà mai da lì. Speriamo che torni presto una seconda epoca d’oro, nell’attesa mi ascolto The Ace of Spades dei Motorhead con un bicchiere di Jack Daniel’s, alla salute del Rock, con la R maiuscola.