Balto

Balto: sabato sera al Covo e a gennaio il nuovo album “Forse è giusto così”

Intervista ai Balto. La band indie-rock bolognese dei Balto arriva al Covo Club sabato 4 dicembre.

Sabato 4 dicembre il Covo Club di Bologna accoglierà il concerto dei Balto, in apertura Ernest Lo e come special guest i Cara Calma.

I Balto sono una band originiaria di Misano Adriatica ma con base bolognese formatasi nel 2017, nello stesso anno è uscito il primo Ep E’ tutto normale, per Alka record label. Nell’Ep spicca il singolo Spine nel fianco.

A gennaio 2022 è prevista l’uscita del primo vero album. L’album è stato anticipato da Quella Tua Voglia Di restare, uscito a maggio 2020. Si tratta di una lettera ad un genitore scritta dal futuro, un esercizio di immaginazione per cercare una propria sicurezza interiore, una strada da percorrere. A seguire sono usciti Preghiera Della Sera e “Mac Baren, sempre nello stesso anno segnato dall’incertezza legata alla pandemia.

1. Balto è ispirato al famoso cane da slitta dell’Alaska? Perché questa scelta?

In realtà non deriva dal cartone anche se una volta scelto questo nome ci siamo sentiti molto come Balto, il famoso cane metà cane metà lupo, un po’ perché non abbiamo mai amato definirci né classificarci, un po’ perché ad un certo punto del nostro percorso iniziale non avevamo troppo le idee chiare su che cosa volessimo essere; sentivamo solo un enorme bisogno di scrivere della musica nostra, senza pregiudizi né costrizioni o forzature. Il nome l’abbiamo rubato ad un vinello di un caro contadino in provincia di Firenze, ad un concerto di qualche estate fa.

2. Vi collegate al filone di musica indie-rock italiana, non per niente sabato saranno ospiti i Cara Calma, quali sono le vostre influenze musicali?

Siamo cresciuti nel pieno dell’ondata dell’indierock inglese e americano degli anni 10; alle superiori alcuni di noi suonavano in una cover band degli Arctic Monkeys e roba simile. Poi crescendo si sono allargati gli orizzonti di ascolto ma sicuramente la nostra anima ha profonde radici nei dischi degli Strokes, Franz Ferdinand, Biffy Clyro, Incubus, Wombats, ecc.

3. Che messaggio portate nei vostri brani? Quali sono i temi che affrontate nelle vostre canzoni?

I testi sono sempre istinto e necessità, un’arma che abbiamo per esorcizzare le nostre insicurezze e paure del futuro. Sono sensazioni, o racconti legate a queste, alle nostre storie personali, a quello che viviamo e che abbiamo vissuto soprattutto negli ultimi anni da universitari fra Bologna e la Romagna.

4. A maggio 2020 è uscito il singolo Quella tua voglia di restare, in un pessimo periodo per la musica, nonostante questo, come è stato il riscontro del pubblico?

E’ stato un momento molto bello e terrificante al tempo stesso. Abbiamo pubblicato questa canzone in pieno lockdown, tutti e 4 distanti e lontani da tutto e da tutti e ci facevamo mille pare che non potessimo “spingerla” abbastanza. Dopo i tanti mesi trascorsi insieme per scrivere questo disco avremmo voluto condividerlo col resto del mondo in tutt’altro modo; c’è da dire però che ci siamo sentiti un sacco capiti, la canzone è arrivata a tantissime persone che ci hanno dimostrato il loro legame con noi, è stato molto potente nonostante tutto fosse solo e soltanto via rete.

5. L’album uscirà ad inizio 2022, avete qualche anticipazione da darci? Di cosa parlerà? Che musicalità affronterete?

Sicuramente è un disco in cui il tema dell’incertezza è molto presente in ogni canzone e si declina in diverse sfumature che riguardano gli aspetti cardine delle nostre vite: l’amore, il lavoro, il futuro, le distanze. Durante la scrittura, a metà disco ci siamo accorti che stavamo cercando qualcosa di profondo, sia nei testi che nelle sonorità, era una piacevole ma insistente necessità che ha fatto da collante alle 9 canzoni che abbiamo scelto per comporre questo album. Alla fine abbiamo capito che nonostante tutte le scelte che possiamo fare ci sarà sempre qualcosa che potrà scombussolare tutto all’improvviso, e che quello che possiamo fare per salvarci è accettarlo, che non comporta necessariamente la rassegnazione, ma un galleggiare cercando di dare una nostra direzione alle cose che ci circondano e che fanno parte delle nostre vite.

6. Vi abbiamo incrociato dal vivo al Mikasa qualche tempo fa, com’è tornare dal vivo su un palco importante come quello del Covo e nella vostra città?

Anche se siamo originari di Misano (Rimini) Bologna è praticamente la nostra seconda casa, ci abbiamo vissuto/viviamo da diversi anni e poter ripartire dal Covo è meraviglioso. Semplicemente, non vediamo l’ora.