Spirito rock’n’roll, attitudine punk e canzoni che continui a canticchiare per giorni: faccio sicuramente parte di quelli che, al primo ascolto dei Bad Nerves, ne sono rimasti folgorati. La loro tappa sold out di Bologna era uno degli eventi più attesi dell’anno, soprattutto dopo l’uscita del nuovo album Still nervous.
La scena è stata aperta dagli Ultra Q, band californiana che, seppur da disco sembri avere un sound pulito e melodico, dal vivo ha saputo sorprendere con sonorità decisamente più rumorose e abrasive. L’opening act ha pertanto aggiunto una dose di adrenalina alla serata, grazie a un interessante mix di noise rock e post-punk. Quale modo migliore di aprire le danze?
I Bad Nerves salgono sul palco con una presenza magnetica, guidati da un frontman dall’estetica di Richard Ashcroft e lo standing, con le braccia dietro alla schiena, di Liam Gallagher ai tempi d’oro. A sentirli si capisce subito perché questi cinque lads siano stati definiti i figli illegittimi di un’avventura di una notte tra i Ramones e gli Strokes.
Partiti con l’inconfondibile batteria di Baby Drummer, hanno messo a ferro e fuoco il Covo con una serie di pezzi brevissimi, essenziali e con riff sempre più veloci. La carica del live si è alzata a ogni battito, fino ovviamente ad innescare momenti di pogo intenso tra la folla. Fra singoloni e brani della loro ultima uscita, la scaletta ci ha rapiti dall’inizio alla fine del concerto. La chiusura, poi, è stata energia pura: con i due pezzi iconici Can’t Be Mine e Dreaming, la serata si è conclusa con una performance tiratissima dove la band dell’Essex, ormai in un bagno di sudore, ha davvero dato tutto sul palco.
Le mie aspettative erano molto alte, è vero. Mi posso, però, sbilanciare e dire che abbiamo probabilmente assistito a uno degli eventi più fighi del 2024. I Bad Nerves hanno ricordato a tutti cosa significa davvero fare rock: volume, istinto e quel tanto di caos che rende tutto perfetto.