#UnaNotaAlMuseo: 3 domande a CIMINI

Continuano gli appuntamenti settimanali con ArtRockMuseum. Giovedì 11 aprile sul palco ci sarà un cantautore indie tra i più amati: CIMINI.

Penultimo appuntamento per la rassegna ArtRockMuseum, suoni nuovi a Palazzo Pepoli. Giovadì alle 19.30 sul palco Federico Cimini, o anche solo CIMINI, cantautore calabrese naturalizzato bolognese che porterà pezzi del suo ultimo album, Ancora meglio, ma anche pezzi dei due album precedenti. Cimini parla di amore, di sfiga, di quotidianità e ha radunato attorno a sé un pubblico sempre più vasto.

1- Il tuo ultimo album, dal titolo “Ancora Meglio” porta la firma di CIMINI, mentre i precedenti erano con nome e cognome. Sei cambiato tu, o solo il nome di battaglia? Cosa è cambiato rispetto agli album che lo hanno preceduto?
Volevo far capire alle persone che per me si era chiuso un ciclo, iniziandone uno nuovo – anche se prima mi conoscevano davvero in pochi. Mi sono ritrovato a scrivere in maniera diversa rispetto al passato, forse più diretta e intima, quindi mi è sembrato giusto sottolinearlo. Penso che ascoltando le vecchie canzoni e quelle nuove la differenza si noti senza troppe spiegazioni.

2- Il primo singolo dell’album, “La Legge di Murphy”, ha visto una campagna social virale che ha creato molta attesa attorno all’album. Come è nata quest’idea e da chi?

Sono convinto che le cose che funzionano nascono sempre un po’ per caso. Per Murphy è stato così: ci siamo trovati a parlarne con i miei collaboratori (e amici) in maniera molto spensierata e abbiamo portato avanti l’idea che ci divertiva di più. Non volevamo creare tutto l’hype che c’è stato ma la curiosità del pubblico ha amplificato l’attesa creando un enorme passaparola, quindi non è colpa mia, anche se poi sono stato giudicato da tutte le parti. Da allora per alcuni sono un grande, per altri sono un cretino, ma credo che alla fine funzioni così per tutti. 
3- Fai parte della schiera sempre più folta degli artisti indie, che negli ultimi anni è nata ed è letteralmente esplosa con tante sfumature. Ma spiegaci meglio, cosa vuol dire essere un artista indie?
Secondo me l’indie è una categoria, una convenzione, come ce ne sono tante, giusto per far capire di chi e di cosa si sta parlando. Io ho sempre scritto quello che mi andava e non mi sono mai legato a schemi o a canoni estetici per strizzare l’occhio ad un certo mondo e spero che questo sia evidente nelle canzoni e nei testi soprattutto. La cosa che accomuna molti di noi è la partenza dal basso e il fatto che si arrivi alla gente in maniera empatica, poi chiamateci come volete.