Best Album 2021

The best of the best: i migliori album del 2021 secondo Festival’s Backpack

I migliori album italiani e stranieri secondo noi. Non per forza i migliori tecnicamente, semplicemente quelli che hanno lasciato qualcosa a noi della redazione.

Si, ci siamo autocitati nel titolo, ma è Natale, siate buoni e iniziate l’anno con un po’ di buona musica. Per iniziare bene il 2022 è necessario sapere cosa è successo di buono nel 2021. Nello specifico, la migliore musica secondo il nostro (modestissimo) parere!

Categoria Pizza&Mandolino: dischi italiani

1- Le Endrigo – Le Endrigo

Dopo anni nascosti nei locali underground tra Villaggio Sereno – da dove provengono – e il mondo, Le Endrigo approdano ad XFactor dove si fanno notare al grande pubblico. Noi li amavamo già alla follia molto prima, inizialmente la loro partecipazione al reality ci ha spiazzati, ma i ragazzi si sono mantenuti costanti a se stessi dando oltretutto prova di grande maestria. Insomma, li amiamo ancora di più.

Le Endrigo è il primo album con l’articolo femminile davanti, una scelta di campo, simbolica ma importante di cui abbiamo parlato con loro in un’intervista. L’album è meno rock dei due precedenti ma è d’impatto e ci sono brani veramente potenti e interessanti.

Vintage Violence
Vintage Violence

2- Vintage Violence – Mono

A 7 anni dal precedente Senza Paura delle Rovine, tornano i Vintage Violence, band Lecchese che fa dell’ironia punk-rock il suo marchio di fabbrica. Abbiamo intervistato Rocco, il chitarrista, per l’uscita dell’album e siamo stati anche ad un loro concerto. Ne è valsa decisamente la pena. Temi sociali, ironici ma molto incazzati, contraddistinguono i testi di Nico, alla voce, ed anche in questo album le parole sono pugnalate.

3- Canarie – Immaginari

Cambiamo decisamente genere, Immaginari è un album dream-pop dalle atmosfere sognanti anche se non sempre leggere. Dream-pop che lascia spazio a brani più elettronici ed altri quasi prog-rock. Un album che è uscito in due tranche, la prima parte in primavera e la seconda in autunno. Sedici canzoni che attraversano i diversi mondi di Paola Mirabella e Andrea Pulcini.

4-  La Rappresentante di Lista – MyMamma

Il quarto album della band di Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina che nel frattempo hanno scritto anche un romanzo. Sono implacabili e non sbagliano un colpo. MyMamma è molto elettronico, mescola suoni nuovi e impensabili. I temi de LRDL sono sempre intimisti e potenti e così anche quest’album entra nel cuore e nella testa del pubblico di ogni genere.

5- I Hate My Village – Gibbone

Un secondo album capolavoro per la super-band se così possiamo definirla. “Siamo fan gli uni degli altri” ci aveva raccontato Fabio Rondanini. Dal vivo sono sempre una bomba. I loro sono suoni etnici, sperimentali, tra l’hard rock e il jazz, tutto trova spazio in un Ep di sole 4 tracce che hanno dell’incredibile.Ministri

6- I Ministri – Cronaca Nera e Musica Leggera

Altro Ep, questa volta decisamente più rock. Il nuovo Ep de I Ministri è uscito a maggio dopo un silenzio di nuove uscite che durava da molto tempo (per le tempistiche odierne). Ce lo ha raccontato Federico Dragogna in un’intervista “Speriamo che queste quattro canzoni, nonostante cantino di un mondo scuro e arido, possano aiutarvi a ritrovare voce e gambe.

 

7 – Chef Ragoo – Novecento

Dall’hardcore punk al rap e ritorno. Novecento è il nuovo album del rapper Chef Ragoo, classe 1972, un disco necessariamente doloroso e dolorosamente necessario, che arriva a 10 anni di distanza dal lavoro precedente. 14 tracce con tanti featuring importanti che parlano del passato, senza nostalgia ma con voglia di riscatto e di lotta.

8 – Don Antonio – La Bella Stagione

Un album squisitamente cantautorale per Antonio Gramentieri, alias Don Antonio, ex membro degli emiliani Sacri Cuori. Niente fronzoli, la forza dell’album è soprattutto nelle parole delle 10 tracce che formano La Bella Stagione. Folk-rock, accenni di blues e incursioni velate dei synth fanno da sfondo alla chitarra e alle parole del cantautore emiliano.

9 – IosonouncaneIRAIOSONOUNCANE Barezzi

La dimensione di IOSONOUNCANE è senz’altro il live. Abbiamo seguito più di un concerto dell’artista sardo ed è sempre un’immersione in un mondo mistico fatto di suoni sconosciuti. L’album stesso è quanto di più sperimentale si possa immaginare, suoni elettronici e percussioni che appaiono e scompaiono per riapparire altrove durante le quasi due ore delle 17 tracce di quest’opera immensa e difficilmente spiegabile.

10 – Amerigo Verardi – Un sogno di Maila

Psichedelia, folk, viaggi onirici e suoni dilatati a cui si mescolano tracce più ritmate vicine al rock sono i tratti che contraddistinguono il nuovo album di Amerigo Verardi. Un concept album che arriva a 5 anni da Hippi Dixit. Quindici canzoni più cinque brevi intermezzi, quasi ottanta minuti di musica di imponente grazia.

Categoria Pudding&Burzuki: dischi stranieri

1 – Greta Van Fleet – The Battle At Garden’s Gate

The Battle at Garden’s Gate è il secondo album in studio dei Greta Van Fleet. Dimenticate quello che avete sentito su di loro e lasciatevi trasportare da uno degli album rock più belli del nuovo millenio. Un album di ottima fattura con punte di eccellenza che lasciano immaginare un futuro davvero roseo per questa giovane band. Dopotutto anche i Beatles prima di arrivare a pubblicare Sgt.Pepper o Let It Be hanno scritto cose più dimenticabili e meno distaccate dal rock’n’roll anni 50’ che ancora era di moda quando si affacciarono sulla scena musicale britannica. Tutti i migliori hanno avuto influenze più o meno marcate o addirittura hanno attinto a cover per rendersi noti e riconoscibili. Diamo il tempo di maturare anche a questi ragazzi che con The Battle at Garden’s Gate lasciano ben sperare per il futuro del rock.

2 – Shame – Drunk Tank PinkTodays festival 2021
Li abbiamo visti dal vivo al ToDays Festival e ci hanno lasciato senza parole. 5 ventenni londinesi dai volti anonimi che dopo la prima nota si sono trasformati in macchine da palco scenico. Post-punk incazzato nero, ironico, frenetico, nervoso, doveroso. Drunk Tank Pink è il secondo album della band inglese e segna il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Siamo certi che il prossimo album sarà ancora più chiaro negli intenti, ma è stato soprattutto il vederli da vivo ci ha convinti ad inserirli nella nostra classifica.

 

3 – Biffy Clyro – The Myth of The Happily Ever After

Non mancano mai nelle nostre classifiche, anche l’anno scorso ne facevano parte. Quando pensi che Simon Neil e soci abbiamo raggiunto l’apice delle loro possibilità, per esempio con A Celebration of Endings del 2020, eccoli superarsi con un altro capolavoro. Un album che in 11 tracce riesce a fondere rabbia, cinismo, negatività ma anche euforia mescolati nel solito – ma insolito – mix di punk, rock, elettro-pop e qualsiasi altra cosa venga in mente alla band.

4 – Amyl and the Sniffers – Comfort to Me

Punk-rock trascinante ed energico. 13 tracce per circa mezz’ora di carica incredibile da parte del quartetto australiano. Il singolo Security ci ha trascinato per mesi e l’album in generale, pur offrendo poco di originale o nuovo, è un album punk-rock di ottima fattura, con la giusta dose di rabbia, ritornelli centrati, riff interessanti e cantato assolutamente iconico.

5 – Black Country, New Road – For the First Time

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Un incredibile mix di generi guida questi 7 giovani ragazzi inglesi tra le 6 tracce del loro debut album. Dal nu-jazz al post-punk, dall’emo al rock al progressive. Il groove secco e ossessivo della batteria, il basso ipnotico, una voce profonda e potente molto post-punk, i fiati che trascinano in atmosfere da bronx, questa giovanissima band non ha paura di niente e di nessuno e lo dimostra nel corso di tutti i 40 minuti dell’album.

6 – Godspeed You! Black Emperor – G_d’s Pee At State’s End!

8 tracce per un totale di 52 minuti. Il 2 aprile è uscito il nuovo album dei Godspeed You! Black Emperor. Un album di lotta! La traduzione del titolo del 7° album della band canadese potrebbe essere più o meno: “Dio urini sulla fine dello Stato!” I Godspeed You! Black Emperor sono una di quelle band che le ascolti e non ci capisci un accidente. Cerchi di seguire il delirio di influenze e di sonorità che la band infila in ogni canzone e poi desisti ascoltandoli e basta.

7 – Julien Baker – Little Oblivions

12 tracce di ricerca introspettiva per la cantautrice statunitense. In tutto l’album si respira un senso di profondità e grandiosità dai toni quasi epici tra arpeggi delicati e l’incedere perentorio di batteria, basso ed altri strumenti.

8 – Danger Dan – Das Ist Alles Von Der Kunstfreiheit gedeckt

Danger Dan
Danger Dan

Daniel Pongratz è un musicista tedesco nato ad Aquisgrana e cresciuto in una famiglia di tradizione socialista. Dopo aver militato sin da giovanissimo in progetti di varia estrazione, spaziando dal reggae al punk, approda all’hip-hop: assunto lo pseudonimo di Danger Dan, debutta come solista nel 2008 con l’Ep “Coming Out”, primo disco rap tedesco ad affrontare il fantasma dell’Olocausto, e l’anno successivo inizia a collaborare con gli Antilopen Gang, gruppo rap di cui faceva già parte suo fratello Tobias.

Durante il lockdown si siede al piano e scrive testi di denuncia sociale, soprattutto contro i movimenti di ultra-destra. La title-track ha un testo senza mezzi termini in cui l’artista denuncia facendo nomi e cognomi. Un album interamente suonato solo al piano, con alcuni archi a fare da contorno.

11 tracce in tedesco per un cantautore che ha toccato i generi più incazzati, del punk all’hip-hop, per approdare ad un album difficile da spiegare. La rabbia si percepisce dal cantato di Daniel che seppure tutto in tedesco, lascia trasparire delle intenzioni ben chiare. La traduzione dei brani poi è qualcosa di mostruosamente chiaro, attuale e rabbioso.