Rigoletto

L’Orchestra Senzaspine e un Rigoletto entusiasmante ed inclusivo

Dal 26 al 28 maggio l’Orchestra Senzaspine ha portato in scena al Duse il Rigoletto di Verdi, un grande spettacolo classico alla portata di tutti

Consolidata realtà presente da anni nel territorio bolognese l’Orchestra Senzaspine ci ha nuovamente regalato 3 giorni di grande musica mettendo in scena il Rigoletto di Verdi. E’ la prima occasione nella decennale esperienza dell’orchestra bolognese che viene portata in scena un’opera di Giuseppe Verdi. Una sfida non certo semplice ma che l’originalità e la bravura dell’Orchestra Senzaspine ha stravinto meritandosi i lunghi minuti d’applausi finali.

La serata a cui abbiamo assistito è stata entusiasmante, commovente ma soprattutto inclusiva perché l’arte dev’essere patrimonio comune accessibile a tutti. La collaborazione con realtà storiche che si occupano di disabilità uditiva e  e visiva ha permesso il compimento di laboratori che hanno reso possibile la realizzazione di una mostrata finale in cui sono stati esposte figurine realizzate con la stessa stoffa degli abiti dei personaggi.

La scenografia espressa con fumetti in bianco e nero, titoli e testo ad alta visibilità insieme al linguaggio dei segni bene integrato nella gestualità del coro hanno reso ancora più originale l’effetto scenico. La regia di Giovanni Dispenza ci delizia con delle trovate originali che aggiungono una marcia in più ad uno spettacolo curato in ogni minimo dettaglio.

Se il coro Colsper preparato da Andrea Bianchi è un’ottima nuova acquisizione, il resto del cast non cambia: Maddalena e Sparafucile sono Sabrina D’Amato e Alberto Bianchi Lanzoni, perfetti physique du rôle; Marullo è Gabriele Barria, Borsa Michele Pinto, Monterone Alessandro Martinello, Ceprano Daniele Di Nunzio, Giovanna Anna Ussardi, la contessa di Ceprano e il Paggio Raffaela Marrazzo.

Agnese, della FIEDDA (Federazione emiliano-romagnola che si occupa di persone sorde), racconta: “Non conoscevo l’opera del Rigoletto e prima di questa esperienza non avrei mai immaginato che l’opera lirica mi potesse piacere così tanto da recitarla. Ho svolto il ruolo della figlia di Monterone, che è stata appena “violata” dal Duca di Mantova. È stato molto interessante e unico recitare la sua espressività. Nonostante fossi la più piccola nel cast, mi sono sentita molto inclusa e sullo stesso piano degli altri. Infatti, questa esperienza è stata indimenticabile sotto ogni punto di vista, perché mi sono sentita del tutto me stessa. Non mi riferisco solo ai sottotitoli, ma anche all’ambiente che si era creato, che mi ha fatto sentire non quella persona “diversa” dagli altri, ma quella persona inclusa e capace di fare tutto ciò che le viene affidato. Ringrazio ogni singola persona che ha contribuito a questo grande spettacolo affinché tutti si potessero sentire importanti e parte integrante di un bellissimo progetto”

Il maestro Matteo Parmeggiani ha riportato sul palco la partitura ottocentesca dell’opera con parti in molte versioni del ‘900 venivano tagliate destreggiandosi dal podio di fronte ad un’orchestra sempre più affiatata e preparata. Un’orchestra giovane come giovane è anche buona parte della platea che l’Orchestra Senzaspine ha senza dubbio il merito di aver avvicinato alla musica classica.

Come sempre una preziosa e splendida esperienza resa possibile dal prezioso gruppo di persone umane che continuano a condividere e farci godere di questo splendido progetto chiamato Orchestra Senzaspine.