Riconoscersi-Limarra

Limarra “Riconoscersi per fondare le basi di nuove esperienze”

Riconoscersi è il primo Ep di Limarra, il primo da solista dopo l’esperienza con il progetto Baciamolemani, ce lo siamo fatti raccontare da lui

Il 20 aprile esce il tuo primo lavoro solista, “Riconoscersi” dopo un percorso con
Baciamolemani. Qual è stata la tua urgenza nella scelta di intraprendere una strada in
solitaria?
L’esigenza di sperimentarmi sotto il profilo da cantautore nasce dalla necessità di scoprire me stessi
su nuovi orizzonti musicali. Sono sempre stato affascinato dalla scrittura e dal modo in cui i cantautori
lasciano trasparire dai propri testi l’intimità e le paure. Tutto ciò, quando si è calati in una dimensione
“band”, confonde i propri confini con le necessità di un gruppo di persone che da che mondo è
mondo, superata la fase “adolescenziale” del progetto, sceglie di andare avanti in un percorso
comune fatto però di mille compromessi. Limarra mi ha permesso di sciogliere alcune parti di me che
volutamente avevo messo a tacere ma che col passare degli anni non riuscivo più a trattenere, era
soltanto questione di tempo.

Il tuo nome, Limarra, il dialetto vuol dire fango. Un termine che non sempre ha un’accezione
positiva, pulita per così dire. Qual è stato il motivo di questa scelta?
Nonostante ad un primo acchito potrebbe rimandare ad un dimensione di negatività e di stallo, in
verità Limarra ha tutto un altro significato: se da un lato coincide con la parola “fango” dall’altro fa
riferimento a tutto ciò da cui la vita nasce, un miscuglio liquido di elementi organici e “detriti” vegetali
fondano le basi per nuove esistenze, nuove forme due vita. Limarra è tutto ciò che sono stato nei miei
vent’anni di musica e palcoscenici, è l’esperienza che, fusasi con sé stessa, crea un canovaccio da
cui attingere per nuovi percorsi e nuove idee.

L’album è composto da 8 brani che hanno una storia da raccontare e una collaborazione. Ti
va di raccontarci la storia di questo album?
Sentirmi inadeguato mi ha cambiato la vita. Schiacciato dal peso dei ricordi e delle certezze ho sentito
il bisogno di ritrovare me stesso, di riconoscermi in qualcosa di estremamente nuovo ma allo stesso
tempo familiare. Avevo perso l’amore per le cose, le abitudini erano diventate i miei obiettivi e le
novità soltanto delle scomode paure.
La vita è strana, prima hai tutto e non fai tesoro di niente, poi invece sparisci tra le ombre delle tue
paranoie e i tuoi confini si mescolano con l’indefinitezza. E allora scrivi pagine su pagine finché tra le
parole appare il tuo riflesso, grigio e sbiadito, curvo e solitario. Il tempo è passato in fretta e non me
me sono nemmeno accorto, ma non è mai tardi per resistere, provo ad attraversare il sentiero e
comincio a respirare.
La musica allora diventa la strada che porta alle risposte che cerco. La voce si fa più forte e corre
veloce sopra il vento.

Cosa c’è in comune tra la tua storia solista e quella vissuta in gruppo?
Ho sempre pensato che la Musica fosse un punto di partenza e non una fine, un veicolo pronto a
trasportare storie di uomini e di donne eccezionali. Sin dai miei primi testi ho preferito raccontare gli
“ultimi”, chi è fatto di carne e resilienza, capace di trasformare il dramma in un’opportunità.
Dare voce a chi subisce attraverso suoni e parole è il leitmotiv del disco, invitare chi ascolta a
rivedersi in ciò che percepisce è la missione.

Le influenze musicali sono la base sulla quale costruire un nuovo lavoro, quali sono state o
sono ancora le tue?
Ho sempre navigato nel mare della contaminazione, ho preferito sempre prima ascoltare i lavori degli
altri per sentirmi ispirato. La mia storia artistica prende inizio tra le marce incalzanti delle bande di
paese che hanno rappresentato il mio primo bagaglio musico-culturale e sulle quali ho aggiunto strati
su strati grazie al viaggio. Dopo essere stato abbagliato dalla bellezza delle sonorità spagnole
(Macaco, Manu Chao) e dalla perfezione in levare di gruppi storici come Africa Unite e Roy Paci &
Aretuska, col tempo ho maturato uno spiccato interesse per la scrittura del cantautorato italiano, a
parer mio rappresentato nel migliore dei modi dalla produzione di Nicolò Fabi, del quale apprezzo
smisuratamente la composizione sintattica delle parole e delle figure retoriche.

E adesso progetti futuri: dove sarai nei prossimi mesi e dove porterai “Riconoscersi”?
Al momento posso soltanto spoilerare la data del 25 aprile ai Mercati Generali, storico club catanese.
Sarà il concerto del debutto e del “Ciao a tutti, sono Limarra”.